È scontro totale tra l’Italia e l’Unione europea. Casus belli è stata la riunione del 24 agosto degli sherpa di 12 Paesi, convocati da Bruxelles per trovare soluzioni comuni a lungo termine sugli sbarchi dei migranti e finita con una fumata nera sulla ridistribuzione dei 150 bloccati a bordo di nave Diciotti, mettendo a nudo un’Italia sempre più isolata.
“SUBIRANNO CONSEGUENZE…”
“L’Europa non è riuscita a battere un colpo in direzione dei principi di solidarietà e di responsabilità che pure vengono costantemente declamati quali valori fondamentali. Ne trarremo le conseguenze“, ha attaccato il premier Giuseppe Conte, puntando il dito contro “l’ipocrisia” dei partner, mentre dal Viminale l’esito dell’incontro veniva bollato come “l’ennesima dimostrazione che l’Europa non esiste“.
SCIOPERO DELLA FAME
A bordo della nave della Guardia costiera italiana Diciotti – ancora nel porto di Catania con a bordo 150 migranti a cui Matteo Salvini e il governo italiano hanno vietato la discesa a terra – la situazione comincia a farsi sempre più difficile. Dopo il quarto giorno di permanenza nel porto di Catania sull’imbarcazione, gran parte dei 150 migranti ha intrapreso uno sciopero della fame. E il ministro Salvini prosegue il suo braccio di ferro con l’Europa, che stenta a trovare un accordo nonostante il vertice di ieri, e le procure siciliane.
I PM INTERROGANO AL VIMINALE
In particolare quella di Agrigento, la quale ha annunciato il procuratore Luigi Patronaggio sarà a Roma per sentire alcuni funzionari del Viminale. Il vicepremier leghista, però, ribatte: “Se questo magistrato vuole capire qualcosa gli consiglio di evitare i passaggi intermedi. Siccome c’è questo presunto sequestratore e torturatore, sono disponibile a farmi interrogare anche domani mattina”. Nel frattempo in tarda serata di ieri è giunta la notizia di una nuova richiesta da parte della nave Diciotti “di autorizzare lo sbarco dei naufraghi soccorsi per l’estrema criticità della situazione a bordo”.
CHI SONO I MIGRANTI DELLA DICIOTTI
Dopo la discesa dei 27 bambini e ragazzi non accompagnati due giorni fa, sulla Diciotti ci sono complessivamente 130 eritrei, 10 cittadini delle Isole Comore, sei bengalesi, due siriani, un egiziano e un somalo. Di questi, sono 120 le persone che hanno intrapreso lo sciopero della fame, mentre le restanti trenta, comprese le undici donne a bordo, si alimentano regolarmente. Per alcune ore, le visite dei parlamentari a bordo sono state sospese per ragioni di sicurezza.
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