È morto a Livorno, nella notte fra venerdì 24 e sabato 25 agosto, il coreografo, attore, ballerino, mimo e regista britannico, Lindsay Kemp. Aveva 80 anni.
Precursore di un genere di danza ricco di contenuti ed ispirazione, al limite dell’acrobatico e forte di effetti spettacolari, Kemp ha creato una delle correnti più fantasiose del teatro-danza europeo, ha reinventato l’arte del mimo e ha influenzato molte compagnie, soprattutto a partire dalla seconda metà degli anni Settanta.
Nato a Cheshire il 3 maggio del 1938, con i suoi spettacoli ha esercitato un’influenza determinante nella storia del rock, lavorando con artisti internazionali del calibro di Kate Bush, Peter Gabriel, David Bowie (con il quale collaborò nel tour mondiale Ziggy Stardust del 1972.), Mick Jagger. Dopo gli anni in accademia navale, dalla quale fu espulso per aver interpretato una Salomè ricoperto solo di carta igienica (“E la ragione dell’espulsione fu lo spreco di carta!”), e gli studi d’arte al Bradford College con il pittore David Hockney, finalmente nel 1968 arriva la fama con Flowers.
“Lo produssi con 500 sterline ricevute in eredità da una zia e da lì per 25 anni ho girato tutto il mondo, sempre attaccato per oscenità” raccontava a Milano nel suo discorso di ringraziamento per il riconoscimento dell’Accademia di Belle Arti di Brera che gli conferiva un diploma honoris causa. Kemp ha influenzato l’immaginario popolare con spettacoli come Nijinsky, Mr. Punch e Onnagata.
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