“Se fossi sottoposto a impeachment i mercati crollerebbero. Tutti diventerebbero più poveri. Non so come qualcuno possa essere messo in stato di accusa quando sta facendo un gran lavoro”. Questa la sfida che il presidente degli Stati Uniti Donald Trump lancia verso chi lo vede annaspare paventando anche l’impeachment. All’origine di tutto il sexygate sul quale si moltiplicano le indiscrezioni dei giornali Usa: è lo scandalo che può davvero travolgere la carriera del politico-tycoon più potente del mondo.
Il suo ex fedelissimo avvocato Michael Cohen rischia di inguaiare il presidente con la sua dichiarazione di colpevolezza, quando sottolinea di aver agito “in coordinamento e sotto la direzione di un candidato ad un incarico federale” nel riconoscere di aver violato le leggi sul finanziamento della campagna elettorale pagando due donne – la pornostar Stormy Daniels e l’ex coniglietta di Playboy Karen McDougal – che sostengono di aver avuto un affaire con il tycoon e parlando di sforzi coordinati per influenzare le elezioni.
Dopo la dichiarazione di colpevolezza di Cohen, e dopo che una giuria ha dichiarato colpevole di frode fiscale l’ex manager della sua campagna elettorale Paul Manafort, Trump punta il dito contro i voltagabbana, chi cambia parte e parla: “Dovrebbe essere illegale”, dice. Lo ha fatto Cohen, ma stando al Wall Street Journallo avrebbe fatto anche David Pecker, editore del giornale scandalisticoNational Enquirerlegato al tycoon da lunga amicizia, in cambio dell’immunità.
Il cerchio si stringe, si osserva da più parti: rischia realmente di colare a picco, nei prossimi mesi, il vascello del potere presidenziale. Ma Trump rilancia, guardando soprattutto alle elezioni di midterm (novembre prossimo) alla sua base. Perché se il voto per il parziale rinnovo del Congresso dovesse rimettere la maggioranza della Camera in mano ai democratici, l’impeachment sarebbe una possibilità molto più concreta di quanto lo sia attualmente.
L’amicizia fra l’editore del National Enquirer, David Pecker, e Trump risale agli anni ’90 e secondo il New York Times l’editore sarebbe anche stato alla Casa Bianca lo scorso anno. Adesso il Wall Street Journal rivela che Pecker avrebbe fornito alla pubblica accusa dettagli su ciò che il presidente Trump sapeva circa i pagamenti di Cohen.
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