Da novembre prossimo cambierà il “Padre Nostro”, una delle preghiere più conosciute e importanti della religione cattolica. Il passaggio “incriminato” è quello che recita “non indurci in tentazione” che diverrà “non abbandonarci alla tentazione”.
Una questione lessicale che può apparire semplice, ma che si porta dietro invece una serie di risvolti teologici. La traduzione “sbagliata” della preghiera è già stata modificata in Spagna e in Francia. A novembre, dopo che sarà approvata dalla Conferenza episcopale dei vescovi, la “correzione” arriverà anche in Italia.
Sulla traduzione sbagliata dell’unica preghiera insegnata da Gesù ai discepoli è tornato anche papa Francesco durante l’incontro con i giovani al Circo Massimo, sabato 11 agosto. “Nella preghiera del Padre Nostro c’è una richiesta: ‘Non ci indurre in tentazione’ – ha spiegato Papa-. Questa traduzione italiana recentemente è stata cambiata, perché poteva suonare equivoca”.
“Può Dio Padre ‘indurci’ in tentazione? Può ingannare i suoi figli? – ha chiesto – Certo che no. Infatti una traduzione più appropriata è: ‘Non abbandonarci alla tentazione’. Trattienici dal fare il male, liberaci dai pensieri cattivi…”. “A volte le parole, anche se parlano di Dio, tradiscono il suo messaggio d’amore. A volte siamo noi a tradire il Vangelo”, ha quindi spiegato Papa Francesco.
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