“Addio al bonus degli 80 euro di Renzi, servirà per la flat tax”. Palazzo Chigi: “Fake news”

In un vertice di governo, presenti il premier Giuseppe Conte, Matteo Salvini e Luigi Di Maio, sarebbe stato deciso l’8 agosto di cancellare il bonus degli 80 euro, voluto dal Governo Renzi in busta paga per dirottare quei fondi al finanziamento della flat tax.

AGGIORNAMENTO ORE 16:16 – L’ipotesi dell cancellazione del bonus da 80 euro in busta paga è stata ufficiosamente smentita da Palazzo Chigi. “È una fake news“, hanno fatto sapere fonti vicine al governo a proposito delle indiscrezioni di stampa. “Il governo non pensa di togliere gli 80 euro e non vuole aumentare l’Iva”, ha garantito anche il vicepremier Matteo Salvini.

Introdotto nel 2016, il bonus da 80 euro lordi al mese era destinato ai lavoratori dipendenti sotto i 26 mila euro di reddito l’anno: costa 9 miliardi di euro l’anno e finisce nelle tasche di 11 milioni di contribuenti. Ma, come ha spiegato il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, ora sarà azzerato e i fondi saranno usati per finanziare il primo modulo della flat tax per le persone fisiche, che debutterà con la Legge di Bilancio del 2019, insieme all’estensione della tassa forfettaria del 15% per le imprese.

Il bonus per cui renzi si è tanto battuto – ha sostenuto ancora Giovanni Tria – è troppo complicato, perché non è uno sgravio e non riduce la pressione fiscale complessiva. Inoltre, crea problemi al momento dei conguagli, perché molte persone sono costrette a restituirlo in tutto o in parte per aver superato il tetto di reddito.

Se l’addio al bonus Renzi mette d’accordo sia M5S che Lega, così come la “pace fiscale” (che darebbe un gettito una tantum), sulla copertura della manovra fiscale c’è ancora qualche distanza all’interno del governo. Come scrive il Corriere della Sera, ci sono differenze sulla linea da tenere con la Unione europea nel negoziato per ottenere la possibilità di fare un deficit un po’ più alto: se Salvini e i suoi sono prontissimi allo scontro, Di Maio appoggia la linea di Tria della “compatibilità”.

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