Sono passati quasi 16 anni dalla morte di Desirée Piovanelli, l’adolescente massacrata a coltellate nel settembre del 2002 dopo un tentativo di stupro in una cascina abbandonata. Il padre della ragazza ha chiesto che venga riaperto il caso in quanto è convinto che dietro al delitto ci sia un mandante, rimasto ancora impunito. Secondo Maurizio Piovanelli, la figlia vide o seppe qualcosa di scomodo e per tale ragione fu attirata con l’inganno all’interno della cascina. Per la giustizia italiana ad uccidere l’adolescente e ad essere condannati in via definitiva sono stati Nicola Bertocchi, vicino di casa della ragazza, al momento dell’omicidio 16enne, due coetanei (Nicola Vavassori e Mattia Franco) e un adulto, Giovanni Erra, anche lui vicino di casa della famiglia della vittima, condannato a 30 anni di reclusione. Quest’ultimo è l’unico ad essere ancora in carcere. L’esposto è stato presentato alla Procura di Brescia ed ora al vaglio degli inquirenti, che analizzeranno se vi sono gli elementi per riaprire il caso.
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