Sono passati 6 mesi dalla scomparsa dei tre italiani in Messico ed ora il Segretario generale del Governo di Jalisco, Roberto Lopez Lara, a cui la Commissione per i Diritti Umani Interamericana aveva chiesto spiegazioni, ha fornito qualche risposta sulla sparizione di Raffaele Russo, Vincenzo Cimmino e Antonio Russo.
Incalzato dal Dipartimento per i Diritti Umani del Ministero dell’Interno messicano, che gli aveva chiesto spiegazioni sul caso della scomparsa dei tre italiani in Messico, il Segretario generale del Governo di Jalisco, Roberto Lopez Lara, ha risposto rivelando alcuni dettagli sulla ricerca di Raffaele e Antonio Russo e di Vincenzo Cimmino. Sui tre napoletani, spariti nel nulla il 31 gennaio scorso, stando quanto riportato dal giornale messicano Reporte Indigo e da Napoli Today, Lopez Lara ha riferito che la ricerca, a partire dal mese di aprile, non è più nella sola giurisdizione dello stato di Jalisco, ma che sono stati coinvolti anche gli stati di Colima, Michoacan e Quintana Roo.
Raffaele, Antonio e Vincenzo sono stati cercati all’interno degli ospedali civili, psichiatrici, centri di riabilitazione, assistenza legale e medica. Inoltre sono stati analizzati i filmati delle telecamere di videosorveglianza. Il Segretario generale del Governo di Jalisco ha certificato che sono accusati di sparizione forzata tre poliziotti di Tecalitlán, i quali confessarono di averli venduti per una cifra pari a 43 euro a Don Angel, intermediario tra il cartello criminale CJNG e le forze di polizia conniventi. I militari sono stati arrestati e da marzo si trovano in carcere, dove rimarranno al momento per un anno come applicazione della misura cautelare.
Cosa sia successo quindi quel 31 gennaio resta al momento un mistero. Stando quanto ricostruito, le uniche notizie certe sono che Vincenzo Cimmino e Antonio Russo avevano raggiunto il familiare Raffaele Russo per vendere dei generatori elettrici. Il 31 gennaio 2018 Raffaele Russo non risponde più al telefono, scomparendo nel nulla. Vincenzo e Antonio uscirono con la macchina per cercarlo quando i poliziotti di Tecalitlán li fermarono e consegnarono ad una organizzazione criminale di Jalisco.
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