Un agguato in strada in pieno stile malavitoso, così è stato ucciso a Trissino, in provincia di Vicenza, il 39enne Enrico Faggion. A compiere il terribile omicidio presumibilmente è stato un ex artigiano orafo, Giancarlo Rigon, suicidatosi nella propria macchina mentre i carabinieri erano sulle sue tracce.
Sembrava un pomeriggio come tanti quello di ieri, 27 luglio, in un paesino nel vicentino, fino a quando alcuni spari hanno stravolto per sempre diverse vite. Un agguato in strada in pieno stile malavitoso, che però con la criminalità non ha nulla a che fare. Una furia che si è scatenata contro Enrico Faggion, un operaio di 39 anni, che in passato aveva lavorato insieme al padre nella gioielleria a Trissino, di cui era titolare proprio quest’ultimo. A sparargli contro, uccidendolo con cinque colpi di pistola, stando alla ricostruzione dei fatti, è stato un conoscente, ex orafo, Giancarlo Rigon. L’uomo, di anni 59, è scappato inizialmente con la propria Mercedes. Una caccia all’uomo durata qualche ora in quanto la vettura di Rigon è stata trovata parcheggiata in una via di campagna, a circa un chilometro dal luogo in cui è stato ucciso Enrico Faggion. Rigon si è tolto la vita sparandosi con la stessa arma usata precedentemente.
Il revolver usato dall’ex artigiano e orefice era detenuto regolarmente. Al momento non si esclude l’ipotesi che Giancarlo Rigon possa aver agito per motivi economici, legati magari a qualche dissidio passato avvenuto mentre il giovane lavorava all’interno della gioielleria del padre. Logicamente questa è solo una delle ipotesi sulle quali gli inquirenti stanno indagando, anche se tale circostanza sembra essere quella privilegiata.
Enrico Faggion era un’operaio di un’azienda di nastri trasportatori a Brogliano. Il prossimo 8 agosto sarebbe convolato a nozze con la sua compagna, con la quale si era trasferito a San Martino Buon Albergo. Tutto era pronto per il lieto evento. Il giovane si era recato nella pausa pranzo, come faceva spesso, dalla madre per salutarla e pranzare velocemente con lei. Poco dopo le 13, stando alla ricostruzione dei fatti, è sceso di casa ed è entrato nella propria vettura. Dopo aver percorso poche decine di metri è stato bloccato da Rigon, il quale lo ha costretto a scendere. I due hanno iniziato a discutere e ad alzare la voce. Poi sono partiti i cinque colpi, che hanno ucciso il 39enne. Inutile l’arrivo dei soccorritori che non hanno potuto far nulla. Rigon probabilmente aveva già premeditato il tutto. Nella sua macchina è stato infatti trovato un foglietto con poche righe in cui l’uomo ha lasciato le indicazioni sulla sua sepoltura.
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