Il governo blocca la riforma delle intercettazioni predisposta dalla precedente legislatura; il premier Giuseppe Conte annuncia che verrà riscritta con maggior calma e attenzione. Scoppia la polemica per l’affermazione del ministro Bonafede. Dura la replica di Orlando e Renzi.
I grillini non hanno mai nascosto di essere contrari alla riforma delle intercettazioni, predisposta dalla scorsa legislatura, atta ad impedire la pubblicazione di colloqui ritenuti senza rilievo penale. Il fatto che quest’ultima sia stata bloccata non è certo un fatto inatteso o imprevedibile. Il governo ha quindi detto stop a tale riforma. Il premier Giuseppe Conte, come riporta Francesco Gnignetti per La Stampa, ha però annunciato che il governo giallo verde si sta prendendo del tempo per poterla riscrivere con più attenzione.
A scatenare una vera e propria polemica su ciò non sono le parole di Conte, bensì quelle del ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, che non ha perso l’occasione per attaccare il suo precedessore, Andrea Orlando. Il neo ministro lo ha accusato di aver tentato un’operazione “sporca” in favore del Pd e di Matteo Renzi, che all’epoca dei fatti era sotto il mirino per lo scandalo Consip. Bonafede infatti tuona: “La riforma Orlando era stata scritta con l’intento di impedire ai cittadini di ascoltare le parole dei politici indagati. Ogni passata riforma – aggiunge – è coincisa con uno scandalo e l’ultima è stata fatta in concomitanza col caso Consip”.
Le dure parole del ministro Bonafede hanno scatenato un duro botta e risposta. L’ex ministro Andrea Orlando è infatti intervenuto rispondendo: “Bonafede sta provando a demonizzare la mia riforma, perché tecnicamente non sa che cosa dire. Il caso Consip non c’entra davvero nulla – aggiungendo – Noi siamo disposti al confronto, ma siamo contrari ad argomenti di carattere offensivo, direi inutilmente offensivo, privi di fondamento e palesemente ridicoli”. Orlando ha inoltre evidenziato, come riporta Francesco Gnignetti per La Stampa, che la riforma è stata annunciata nel 2014, che il ddl è stato approvato nel settembre del 2015 e che l’inchiesta riguardante Consip è venuta a galla nel dicembre del 2016. Tirato in ballo dal ministro della Giustizia, anche Matteo Renzi ha replicato alle dichiarazioni di Bonafede: “Il ministro Bonafede non ha capito niente o è in malafede. La riforma è lanciata nell’agosto del 2014 e nessuno di noi immaginava che sarebbe accaduto uno scandalo, un complotto come quello Consip. Ma soprattutto il ministro Bonafede-malafede può venire in Aula visto che è un campione di trasparenza e dirci cosa si scriveva con il dottor Lanzalone, presidente di Acea, introdotto nel M5S proprio da Bonafede”.
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