È bufera su Luigi Di Maio: il vicepremier e ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico è accusato di aver assunto come “segretario particolare” una giovane del suo paese, Pomigliano D’Arco (Na), di 26 anni, senza esperienza, a uno stipendio da 70 mila euro all’anno. La dura replica del capo di M5S.
“Lo schifo che leggo oggi sul quotidiano il Giornale va messo nella categoria della stampa spazzatura. La dottoressa Assia Montanino l’ho conosciuta 5 anni fa. È la figlia di un commerciante che ha denunciato i suoi usurai e ho avuto modo di conoscerla quando sono stato a far visita al padre per portargli la mia solidarietà – ha scritto sui social il vicepremier Di Maio -. Era una giovane universitaria a cui decisi di dare una opportunità di tirocinio presso la mia segreteria di vicepresidente della Camera”. “Negli anni – ha sottolineato – si è distinta per la sua capacità di gestire situazioni complesse di segreteria. E posso assicurarvi che non ho mai conosciuto una persona più onesta e leale di lei. Vergognatevi“.
Le durissime dichiarazioni del ministro dello Sviluppo e del Lavoro sono arrivate a commento di un articolo de Il Giornale in cui si riporta la notizia dell’incarico assegnato ad Assia (Assunta all’anagrafe) Montanino, 26 anni di Pomigliano D’Arco, il comune dell’hinterland napoletano da cui arriva Di Maio e dove vive la famiglia del ministro. “Sul sito del ministero è specificato che Montanino assumerà l’incarico di ‘segretario particolare’ del ministro. Quindi lo seguirà dappertutto. Un balzo di carriera impressionante”, commenta il quotidiano.
Nel decreto di nomina del segretario particolare del ministro, scrive ancora il Giornale, è stabilito un compenso annuo di 72.398,69 euro, applicando il trattamento di responsabile di ufficio previsto dall’art. 7, comma 1 – lettera c del D.P.R. 198/2008. È l’importo percepito dall’ex segretario di Calenda, e che dovrebbe percepire anche Assunta Montanino, sostiene il quotidiano, poiché tale importo non potrebbe essere cambiato se non per legge essendo contenuto in un decreto.
Photo credits: Twitter