Per la terza volta la procura di Torino ha scritto al ministro della Giustizia perché permetta di processare l’attuale ministro dell’Interno, Matteo Salvini. Ecco tutta la storia…
Il procuratore capo di Torino, Armando Spataro, ha inviato ieri 16 luglio, come riporta sul sito del Giornale Chiara Sarra, il terzo sollecito – i primi due vennero mandati all’ex Guardasigilli Andrea Orlando, ma non avevano ottenuto risposta – al neo ministro della Giustizia, il pentastellato Alfonso Bonafede, dal momento che il fascicolo di indagine è stato aperto per vilipendio all’organo giudiziario e per questo deve essere vagliato dal ministro competente, che può autorizzare o meno i pm a procedere.
Il caso risale al 2016, quando il leader della Lega, oggi vicepremier e ministro dell’Interno, parlò di “magistratura schifezza” durante un comizio. Allora Salvini si difese sostenendo che “ci sono tanti giudici che fanno benissimo il loro lavoro”, ma che “purtroppo è anche vero che ci sono giudici che lavorano molto di meno, che fanno politica, che indagano a senso unico e che rilasciano in 24 ore pericolosi delinquenti”. “Finché la magistratura italiana non farà pulizia e chiarezza al suo interno, l’Italia non sarà mai un Paese normale”, aveva sottolineato Salvini.
Dal ministero di Grazia e Giustizia assicurano che, come su altri fascicoli inerenti fatti analoghi, “è in corso un’istruttoria e il Guardasigilli – che conosce la situazione, il quadro legislativo a cui fa riferimento la procedura con tutte le relative tempistiche – è pienamente consapevole delle prerogative connesse al suo ruolo”. A via Arenula (sede centrale del ministero a Roma), infine, si fa notare anche che, considerati i principi del Movimento Cinque Stelle, “è chiaro che non si guarderà in faccia a nessuno”. Cosa potrebbe voler dire tale affermazione? Che non si esiterà a autorizzare la procura di Torino a chiedere al giudice il processo per Matteo Salvini? Probabilmente lo si saprà presto.
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