Il presunto assassino reo confesso dell’omicidio della promoter Marilena Rosa Re, Vito Clericò, ha scritto un messaggio molto particolare dal carcere.
Si avvicina la data dell’udienza preliminare per Vito Clericò, il pensionato di 65 anni di Garbagnate Milanese che ha confessato nei mesi scorsi di aver ucciso Marilena Rosa Re, la promoter di 58 anni di Castellanza, in provincia di Varese, madre di due figli e nonna, uccisa e decapitata il 30 luglio 2017. Il prossimo 16 luglio l’uomo, indagato per omicidio volontario e occultamento di cadavere, dovrà presentarsi davanti al gup del Tribunale di Milano, Alessandra Simion. Gli avvocati del pensionato, Daniela D’Emilio e Franco Rovetto, come riporta Roberta Rampini per Il Giorno, sono intenzionati a chiedere l’ammissione al rito abbreviato, che prevede lo sconto di un terzo sulla pena.
La pm Rosaria Stagnaro, titolare dell’inchiesta, ha stabilito nella conclusione dell’indagine che l’omicidio di Marilena Rosa Re è stato premeditato e aggravato dalla predisposizione dei mezzi per la sua realizzazione, dalla previa ideazione di un piano per attirare la vittima all’incontro e nella programmazione degli atti necessari a dissimulare il delitto e a creare l’apparenza di un allontanamento volontario della donna. Inoltre, per chi ha svolto le indagini, la posizione di Vito Clericò si aggraverebbe anche per le sevizie e le crudeltà commesse sul corpo della promoter.
Accuse quelle mosse nei confronti di Vito Clericò che, come riportato da Roberta Rampini per Il Giorno, possono portare alla richiesta dell’ergastolo. Gli avvocati hanno inoltre fatto sapere di avere intenzione di chiedere al giudice anche un’altra perizia psichiatrica. Nel frattempo il pensionato, dal carcere di Busto Arsizio, ha chiesto di poter incontrare un prete esorcista. “Ho qualcosa dentro che non va e forse solo così posso spiegarmi i fatti“, ha detto ai suoi legali durante uno degli ultimi colloqui. In un’inchiesta parallela, come riporta Il Giorno, la moglie di Clericò, Alba De Rosa, è indagata per occultamento e vilipendio di cadavere in concorso con il marito.
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