Dopo la notizia scioccante dell’assassinio di Víctor Díaz Contreras, sindaco di Tecalitlán, la città del Messico dove sono scomparsi i tre italiani, parla la moglie e madre di Raffaele e Antonio Russo.
Una notizia allarmante quella dell’assassinio di Víctor Díaz Contreras, sindaco di Tecalitlán, la città del Messico dove il 31 gennaio scorso sono scomparsi i tre italiani Raffaele Russo, il figlio Antonio e Vincenzo Cimmino. Il primo cittadino del comune situato nello stato di Jalisco è stato ucciso verso le 11.30 del mattino del 2 luglio scorso mentre, insieme ai suoi collaboratori, stava viaggiando su un camion Toyota rossa, per recarsi nelle campagne dove era stato avviato un progetto per la costruzione di alcune fattorie. Lungo il tragitto però un furgone nero e un altro veicolo, in cui viaggiavano uomini armati, hanno assalito l’autovettura in del sindaco. Víctor Díaz Contreras è morto sul colpo. Alcuni collaboratori del primo cittadino sono stati feriti e trasferiti all’ospedale di Ciudad Guzman, altri sono invece rimasti illesi. Gli uomini armati sono fuggiti subito.
La moglie di Raffaele Russo, la signora Silvana Esposito, ha subito commentato su Facebook la notizia scrivendo: “Sono una persona umana e quello che sta succedendo mi dispiace, ma caro sindaco dal primo giorno che sei uscito a Chi la visto? sei stato bugiardo. Addirittura negando che in quella municipalità non vi erano donne che lavoravano, mentre una di tante donne era lei… la persona che negò tutto. Quello che sento nel mio cuore nessuno lo può capire, il Signore è grande ed ha fatto guerrieri la mia famiglia. Sono fiera di andare avanti oggi, domani e sempre e che venga fuori la verità perché la verità rende liberi”.
Nei mesi precedenti il sindaco Víctor Díaz Contreras era stato coinvolto nella scomparsa dei tre italiani, avvenuta proprio nel suo comune. Vincenzo Cimmino e Antonio Russo avevano raggiunto il familiare Raffaele Russo per vendere dei generatori elettrici. Il 31 gennaio 2018 Raffaele Russo non risponde più al telefono, scomparendo nel nulla. Vincenzo Cimmino e Antonio Russo, stando ad una ricostruzione dei fatti, uscirono con la macchina per cercarlo, quando 4 poliziotti di Tecalitlán li fermarono e consegnarono ad una organizzazione criminale di Jalisco. Gli agenti sono stati arrestati e accusati di sparizione forzata dei tre italiani. I poliziotti hanno confessato di aver venduto per una cifra pari a 43 euro i tre italiani, ma non hanno rivelato la banda criminale. Il sindaco, all’epoca dei fatti, venne ascoltato dai magistrati, negando qualsiasi rapporto con gli agenti di polizia coinvolti nella scomparsa.
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