Polemiche violente a Domodossola, in Piemonte, dopo la richiesta avanzata dal sindaco Lucio Pizzi all’Asl del Verbano Cusio Ossola in tema di vaccini. Il primo cittadino ha infatti inviato all’Azienda sanitaria una lettera per chiedere che i bambini italiani vengano separati dai migranti durante la somministrazione, per evitare rischi di contagio da parte di questi ultimi, “spesso portatori di malattie”. La replica dell’assessore regionale è secca: “Va garantito a tutti il diritto alla salute“.
IL POST SU FACEBOOK DI PIZZI
Pizzi ha reso pubblica la richiesta tramite un post su Facebook. “Mi viene segnalato con preoccupazione – si legge – che nello stesso locale vengono vaccinati migranti richiedenti protezione internazionale e bambini in tenerissima età. Purtroppo sappiamo che i migranti non hanno alle spalle anamnesi che possano escludere situazioni di pericolo per la collettività, anzi sono spesso portatori di malattie contagiose. La situazione desta ancor più preoccupazione perché i bambini in tenerissima età che si ritrovano a stretto contatto con i migranti non hanno ancora completato il ciclo dei vaccini obbligatori”.
LA RICHIESTA DI “INTERVENIRE…”
“Mi preme quindi chiederLe – continua la lettera inviata dal Pizzi al direttore generale della Asl – di rassicurarmi rispetto a quanto sopra esposto confidando che quanto segnalatomi non corrisponda a realtà. In caso contrario ritengo indispensabile che si provveda diversamente, organizzando il servizio in modo da evitare tali situazioni e da garantire prima di tutto la tutela dei nostri bambini e delle nostre famiglie”.
LA REPLICA DELLA REGIONE
Sul caso è intervenuto l’assessore alla Sanità della Regione Piemonte, Antonino Saitta, che ha commentato affermando: “È spiacevole constatare come le tematiche che riguardano la salute spesso diventino oggetto di strumentalizzazioni politiche che alimentano un clima di confusione e di disinformazione perenne che non aiuta i cittadini. Sarebbe opportuno da parte di tutti una maggiore sensibilità istituzionale, in particolare da chi come il sindaco, ha anche responsabilità in materia di salute pubblica. Il diritto alla salute va garantito a tutti senza discriminazioni, ancora più odiose trattandosi di minori”. Non è la prima volta che il Pizzi finisce al centro della polemica per questioni riguardanti i migranti. Pizzi, nel 2017, aveva infatti scritto al prefetto di Verbania per invocare un “coprifuoco” per i profughi presenti in città, con il rientro entro le 20 nelle strutture ospitanti.
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