Tragedia sulle Alpi. Nell’arco di poche ore tre alpinisti hanno perso la vita ad alta quota nel corso di escursioni molto impegnative. Una coppia di giovani francesi è precipitata sul Monte Bianco, un componente di una cordata di tre scalatori è morto sul Cervino.
Oggi, domenica 17 giugno, il recupero dell’alpinista precipitato venerdì 15 giugno sulla cresta del Furggen, sul Cervino. I suoi due compagni di salita non sono riusciti a salvarlo. È precipitato lungo la parete dopo il salto nel vuoto, come spiega sul sito del Secolo XIX Enrico Martinet: sarebbe rimasta troppa corda tra lui e i compagni, i quali non hano potuto far altro che bloccarla prima di essere trascinati nel vuoto anch’essi. La cresta di Furggen è una via molto lunga che divide la parete Est dalla Sud, sopra Cervinia. Nonostante l’esposizione ci sono ancora tratti innevati, nelle ombre dove la cresta s’inerpica.
Sul Monte Bianco, in una delle vie più classiche, la parete Sud della Tour Ronde, la coppia di francesi, molto giovani – 27 anni lui, 31 lei – sono precipitati dalla cresta mentre stavano scendendo, nel pomeriggio di giovedì 14 giugno. Erano in cordata, ma camminavano “in conserva”, scrive Martinet sul Secolo XIX, cioè non facendosi sicurezza (la corda non tesa tra loro). La caduta di uno dei due ha trascinato nel vuoto anche l’altro. I loro corpi sono stati recuperati sabato 16 giugno dal soccorso alpino valdostano e dal Sagf (Scuola alpina guardia di finanza) della Finanza di Entrèves.
È probabile che l’incidente sia accaduto a metà pomeriggio del 14 giugno perché non ci sono testimoni, nonostante sulla Tour Ronde ci fossero parecchie cordate. L’allarme è stato dato dai gestori del rifugio Torino, a Punta Helbronner sul Bianco. I due giovani alpinisti sono precipitati per quasi 500 metri finendo sul ghiacciaio ai piedi della parete Sud, sul versante della Brenva. Erano distanti alcuni metri tra loro, ma ancora legati e con i ramponi ai piedi. L’ipotesi più verosimile è che siano scivolati sulla cresta per il cedimento della neve mentre scendevano verso il colle d’Entrèves, a 3.500 metri.
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