Testimonianza shock al processo bis a carico di cinque militari indagati a vario titolo per la morte di Stefano Cucchi, il geometra romano deceduto durante la custodia cautelare dopo essere stato arrestato per droga.
Un altro pezzo del puzzle va ad aggiungersi alla storia riguardante la morte di Stefano Cucchi, il geometra romano deceduto il 22 ottobre del 2009 durante la custodia cautelare dopo essere stato arrestato per droga. È stato ascoltata in aula, il 12 giugno, l’allora moglie di Raffaele D’Alessandro, uno dei cinque carabinieri sotto processo con l’accusa di omicidio preterintenzionale. Anna Carino in tribunale ha raccontato davanti alla Corte quanto gli dichiarò l’ex marito: “Mi disse di avere partecipato alla perquisizione in casa di Stefano Cucchi e che non avevano trovato niente“.
“Dopo diversi mesi, dopo aver visto un servizio in tv, mi fece una confidenza – ha rivelato Anna Carino in aula – Mi disse che la notte dell’arresto era stato pestato, aggiungendo: ‘C’ero pure io, quante gliene abbiamo date’. Raffaele mi raccontò di un calcio che uno di loro aveva sferrato a Stefano Cucchi che aveva provocato una caduta rovinosa del ragazzo. Nel raccontarlo mi sembrò quasi divertito; rideva e davanti ai miei rimproveri mi rispondeva: ‘Chi l’è solo nu drogato di m***a“. L’ex moglie ha inoltre precisato di non essere mai venuta a conoscenza del luogo in cui avvenne il pestaggio di Stefano Cucchi.
La donna in aula ha poi fatto un’altra confessione molto importante: “Mi ha raccontato anche di altri pestaggi ad arrestati o a persone che avevano portato in caserma; ma mai come questo“. “Raffaele insultava pesantemente Ilaria Cucchi quando appariva in tv”, ha aggiunto Anna Carino, raccontando successivamente del momento in cui doveva fissare in un incidente probatorio le sue dichiarazioni: “Quando sono stata sentita avevo paura, temevo la sua reazione. Anche in passato aveva avuto reazioni violente; non è stato però mai aggressivo fisicamente. Raffaele è sempre stato un tipo molto aggressivo; quando indossava la divisa si sentiva Rambo“. Da quel momento la donna, come lei stessa ha dichiarato in aula, si è sempre sentita in dovere di dire la verità e di chiedere scusa alla sorella di Stefano Cucchi, alla quale parlandoci ha inoltre raccontato: “Mio figlio mi aveva detto che un giorno aveva sbirciato sul telefono del padre mentre parlava con un amico e vide le foto di Stefano e che il padre disse ‘Io accussì l’aggio lassato’“.
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