L’avvocato di Luca Traini, Giancarlo Giulianelli, si è detto molto preoccupato per il suo assistito dopo essersi recato pochi giorni fa nel carcere a Montacuto dove è detenuto il responsabile dell’atroce sparatoria a sfondo razziale del 3 febbraio scorso a Macerata.
Un racconto preoccupante quello fatto dell’avvocato Giancarlo Giulianelli che assiste Luca Traini, il giovane responsabile della folle sparatoria a sfondo razziale, avvenuta a Macerata il 3 febbraio scorso, in cui sono rimaste ferite 6 persone. Il legale difensore si è recato nei giorni scorsi presso il carcere di Montacuto per far visita al suo assistito. Il racconto, riportato da Paola Pagnanelli per Il Resto del Carlino, rivela un Traini nuovamente rabbioso e folle: “Luca non sta bene. A malincuore devo dire che questo episodio (riferendosi al fatto che Lucky Awelima e Desmond Lucky sono stati scagionati per l’omicidio di Pamela Mastropietro, ndr) è la conferma di quanto ho pensato fin dall’inizio: quella di giovedì è stata una crisi identica a quella dell’altra volta”.
Secondo l’avvocato di Traini la crisi che il giovane ha avuto giovedì scorso in carcere è la stessa rabbia folle con cui, il 3 febbraio scorso, ha sparato sulla folla. Per l’avvocato è come se fosse stato accecato dall’ira ed avrebbe iniziato a picchiare i pugni e la testa contro una parete esclamando più volte “Non c’è giustizia per Pamela“. “Lo hanno bloccato e calmato – racconta l’avvocato Giulianelli, come riportato da Il Resto del Carlino – ma quando poi io l’ho incontrato, poco dopo questo scatto di ira, aveva lo stesso sguardo di quel sabato, dopo la sparatoria“.
Luca Traini all’interno del carcere è seguito dagli psichiatri ma secondo il suo avvocato: “È evidente che ha bisogno di una assistenza diversa da quella che può avere in carcere, dove c’è una giusta costrizione fisica. Per lui ci vorrebbe una struttura destinata proprio alla cura delle persone che hanno questo tipo di problemi, specializzate in questo tipo di supporto. Finora non ho presentato alcuna istanza per farlo trasferire dal carcere in una clinica, ho preferito aspettare l’esito della perizia psichiatrica disposta dalla Corte. Le operazioni del professor Massimo Picozzi non sono ancora iniziate”. Ritornando su coloro che erano stati indagati per l’omicidio di Pamela Mastropietro, l’avvocato ha rivelato: “Ho cercato di far capire a Traini che comunque anche se scagionati restano in carcere, poi che questa decisione non ci riguarda, e che comunque è stata presa sulla base dei principi vigenti in Italia: se non ci sono prove della loro colpevolezza, non si poteva fare diversamente. Se poi ne verranno fuori, si potrebbe comunque riaprire il procedimento. Ma lui dice che non c’è giustizia, e per quanto mi sforzi di spiegargli come stanno le cose, lui si sente investito da una specie di responsabilità. È molto sensibile su questa storia“.
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