Al termine del suo primo G7 da premier in Canada, Giuseppe Conte incassa la “benedizione” del presidente americano Donald Trump e l’invito a Washington alla Casa Bianca. Peggiorano drasticamente, invece, le relazioni fra The Donald e il premier canadese Justin Trudeau.
“È un bravo ragazzo, farà un grande lavoro. Il popolo italiano ha fatto bene“, scrive Trump su Twitter, riferendosi al presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Il bilancio del vertice “è positivo” per il premier, che sottolinea come non ci sia stato conflitto né con gli alleati europei né con gli Usa. “L’Italia non cambia la sua posizione nella Nato e in Europa”, ha sottolineato Conte.
D’altro canto, il presidente degli Stati Uniti rompe con Justin Trudeau, il premier canadese, e fa sapere di aver dato “istruzioni di non appoggiare il documento finale del G7”. Dall’Air Force One, in viaggio verso Singapore per il vertice con Kim Jong-un, atteso per il 12 giugno, Donald Trump posta su Twitter un annuncio shock, senza precedenti nella storia: gli Stati Uniti non firmeranno le decisioni prese dai sette leader delle potenze industrializzate.
Si tirano indietro dopo aver accettato in un primo momento le conclusioni del vertice. Una rottura con gli alleati dalla conseguenze a questo punto davvero imprevedibili. Lo strappo tanto temuto già alla vigilia del summit alla fine si è consumato nel modo più violento e inaspettato. Bastano due tweet al presidente americano per smontare tutto: si dissocia dal documento finale e definisce il premier canadese “un disonesto e un debole“. Poi tira fuori l’artiglieria pesante: quei “dazi sulle auto che invadono il mercato americano” e che il tycoon ha più volte minacciato. A far infuriare Trump sono state le parole usate da Trudeau nella conferenza stampa finale del G7, e l’annuncio che dal primo luglio partirà la risposta alle tariffe su alluminio e acciaio volute dalla Casa Bianca anche su Canada, Messico ed Europa. Tariffe che Trudeau non esita a definire “un insulto” per i canadesi, perché motivate dal presidente americano con ragioni di sicurezza nazionale. Ragioni che alleati storici come il Canada o gli europei non possono accettare.
Photo credits: Twitter
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