La mamma di Pamela Mastropietro è piena di rabbia e dolore dopo aver appreso che sono cadute le accuse di omicidio nei confronti di Lucky Awelima e Desmond Lucky, inizialmente indagati insieme ad Innocent Oseghale per il brutale omicidio della figlia.
Nessuno potrà mai ridare ai genitori di Pamela Mastropietro la figlia perduta. Un dolore incolmabile, ma proprio questa sofferenza spinge la mamma della 18enne a pretendere verità e giustizia. “Sopravvivo per dare giustizia a mia figlia“, afferma Alessandra Verni, mamma della giovane fatta a pezzi il 30 gennaio scorso e le cui parti ripulite sono state riposte in due trolley, abbandonati vicino Pollenza, in provincia di Macerata. Inizialmente per il brutale omicidio erano stati indagati Innocent Oseghale, Lucky Awelima e Desmond Lucky. Giovedì 7 giugno sono però cadute le accuse di omicidio, vilipendio, distruzione e occultamento di cadavere per gli ultimi due uomini.
Il gip di Macerata Giovanni Maria Manzoni ha revocato la custodia in carcere per Lucky Awelima e Desmond Lucky, che vi restano però per spaccio di eroina. La mamma di Pamela Mastropietro, appresa la notizia, si è sfogata in un’intervista al Messaggero, dichiarando: “Non capisco perché discolparli dopo che Desmond è andato con Oseghale a comprare l’acido e non trovandolo hanno preso la candeggina“. “Non credo – ha sottolineato Alessandra Verni – che il massacro di mia figlia sia da imputare ad una sola persona. Se quei due escono di scena vuol dire che ci sono altri mostri in libertà, invito gli inquirenti a continuare le indagini. Non può finire qui, hanno messo in mezzo solo Oseghale”.
“Inizio a dubitare che la giustizia si ottenga nei processi“, ha affermato piena di rabbia la mamma di Pamela. Inoltre il Tribunale del Riesame di Ancona ha respinto il ricorso avanzato dalla Procura di Macerata, la quale chiedeva di applicare la misura cautelare in carcere per Innocent Oseghale anche per l’accusa di violenza sessuale. Secondo i giudici non vi sono gravi indizi per sostenere che Pamela Mastropietro sia stata violentata. “È scandaloso, offensivo per Pamela. Allora se vengo al bar con te, se facciamo la spesa e poi mangiamo insieme, poi sei legittimato ad approfittarti di me? – ha aggiunto Alessandra Verni – Mia figlia era stordita dalle medicine e hanno abusato di lei. Quella mattina era stordita, l’ha detto anche il tassista che l’ha portata in stazione. È violenza sessuale anche per chi si approfitta di una giovane con problemi psichici”, ha affermato la donna.
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