Gli Stati Uniti hanno ritrovato vivo dopo 31 anni un pilota sovietico il cui aereo militare fu abbattuto in Afghanistan nel 1987, e ne hanno dato informazione a Mosca. Si credeva che l’uomo fosse morto. A dare alla Russia l’incredibile notizia è stata una commissione sui prigionieri di guerra e dispersi.
Una fonte della Battle Brotherhood International Charitable Foundation of Veterans ha riferito all’agenzia di stampa russa Tass che “tutte le informazioni sul pilota sono state fornite alla Russia da rappresentanti degli Stati Uniti in presenza di membri del personale dell’ambasciata afgana in Russia, come parte delle attività della commissione russo-statunitense sui prigionieri di guerra e sulle persone scomparse“.
Il pilota sarebbe stato identificato come Alexander Mironov, e sarebbe stato rintracciato di recente. Adesso, dopo tre decenni in cui, ufficialmente disperso, di fatto era considerato defunto, potrebbe finalmente tornare a casa entro i prossimi dodici mesi. In Afghanistan vennero dati per dispersi o furono fatti prigionieri 417 uomini. Nella guerra tra il 1979 e il 1989 morirono 15 mila sovietici.
Secondo Valery Vostrotin, a capo dell’unione dei paracadutisti militari, il rientro del pilota disperso richiederà uno sforzo non solo finanziario, ma anche amministrativo, civile e diplomatico. Ma non ha confermato il nome del soldato. Vyacheslav Kalinin, un membro del Boyevoye Bratstvo, la Battle Brotherhood russa, sostiene che la cosa lo ha sorpreso perché si sapeva che non era sopravvissuto nessuno di quell’aereo abbattuto dai mujahideen trent’anni fa, e che comunque non sia stato detto nulla per tanto tempo. Insoma, un vero e proprio giallo in piena regola.
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