Al suo primo appuntamento pubblico come ministro dell’Interno, Matteo Salvini torna a sfoderare toni e affermazioni da campagna elettorale. Del resto il 10 giugno in numerosi comuni italiani, da Vicenza a Pisa, si svolgeranno le elezioni per il sindaco.
E così, prima di proseguire il suo tour in Sicilia e con tappa prevista a Pozzallo (Ragusa) dove c’è stato uno sbarco di migranti, il segretario della Lega a Vicenza per appoggiare il candidato sindaco Francesco Rucco, non risparmia le bordate. “Per i clandestini è finita la pacchia – dice – devono fare le valigie, con calma, ma se ne devono andare”. E ancora: “Sulle Ong stiamo lavorando e ho le mie idee: quello che è certo è che gli Stati devono tornare a fare gli Stati e nessun vice scafista deve attraccare nei porti italiani”.
Nel porto di Pozzallo – il paese natale di Giorgio La Pira, il “sindaco santo” di Firenze degli anni ’50-’60 – c’è un hotspot, cioè un punto di raccolta, per accogliere i migranti salvati dalle acque del Mediterraneo e il responsabile del Viminale oggi, domenica 3 giugno, arriverà alle 15 nella cittadina del ragusano, dove nelle ultime ore sono arrivati moltissimi migranti, complici anche le condizioni meteo favorevoli.
In mattinata, invece, Salvini sarà a Catania e a alle 17.30 concluderà la sua domenica siciliana a Modica. “Voglio migliorare gli accordi con i Paesi da cui arrivano migliaia di disperati per il bene nostro e loro”, ha aggiunto il leader del Carroccio, precisando che in Italia “non possiamo permetterci né per loro né per noi di continuare a mantenere alcune centinaia di migliaia” di migranti. Solo ieri il segretario della Lega aveva annunciato un drastico taglio ai fondi destinati all’accoglienza. “Cinque miliardi sono troppi”, aveva detto. Più morbide, invece, le posizioni che Salvini fa registrare per chi chiede legittimamente asilo. “Se uno scappa dalla guerra è il benvenuto – dice – altrimenti tutti gli altri non devono partire, e se partono non possono rimanere in Italia. “Martedì – conclude – ci sarà un vertice dei ministri dell’Interno Ue che però rappresenta un passo indietro per l’Italia: c’è in discussione un progetto che se dovesse passare vorrebbe dire altri 100 mila migranti a casa nostra, qualcosa che non sta né in cielo né in terra e noi diremo di no”.
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