Angelo Izzo, noto alle cronache per essere stato uno dei tre autori del “massacro del Circeo”, ha dichiarato di essere a conoscenza della fine di Rossella Corazzin, la 17enne scomparsa nell’agosto del 1975, raccontando e coinvolgendo nelle sevizie e nella morte della ragazza Francesco Narducci, il medico sospettato di essere tra i mandanti del mostro di Firenze.
Il giallo sulla scomparsa di Rossella Corazzin, la 17enne friulana sparita nel nulla il 21 agosto del 1975 mentre si trovava in vacanza con la famiglia a Tai di Cadore, sembra riaprirsi nonostante il passare degli anni. A porre nuova attenzione sul caso è Angelo Izzo, noto alle cronache come il mostro del Circeo, il quale ha rivelato, autoaccusandosi, che la ragazza sarebbe stata rapita, seviziata, violentata e poi uccisa nella villa di Francesco Narducci, il medico perugino legato ai misteri del mostro di Firenze. Su tali dichiarazioni la Procura di Perugia ha aperto due fascicoli: uno archiviato circa un anno fa dal gip Valerio D’Andria, come richiesto dalla Procura stessa; mentre sull’altro pende la richiesta della Procura di archiviazione, sulla quale però il giudice per le indagini preliminari non si è ancora pronunciato.
Angelo Izzo, che già sconta due ergastoli per la morte di Rosaria Lopez e di altre due donne, nella sua dichiarazione ha tirato in ballo la pista di un falso rito satanico. L’uomo avrebbe rivelato che Gianni Guido e Francesco Narducci, con Andrea Ghira e altri due “giovani bene”, di cui fa anche i nomi, su una Land Rover verde con tettuccio bianco, si sarebbero avvicinati a Rossella Corazzin, che passeggiava a Tai di Cadore. Successivamente l’avrebbero portata nella villa di Narducci, vicino al lago Trasimeno. Rossella lì sarebbe stata legata ad un tavolo, seviziata e violentata da dieci persone incappucciate, che avrebbero inscenato un rito satanico. Dopo le sevizie la Corazzin sarebbe stata uccisa. Angelo Izzo ha però rivelato di non aver preso parte all’assassinio, confessando di essere stato tra coloro che hanno violentato la ragazza.
Le dichiarazioni di Izzo però non sarebbero state ritenute attendibili e per tale ragione per i due fascicoli venne chiesta l’archiviazione. Per la Procura di Perugia non ci sarebbero stati elementi utili per proseguire negli accertamenti. L’ex Procuratore di Belluno, Francesco Saverio Pavone, che interrogò Izzo due volte, nell’agosto del 2015 e nell’ottobre del 2016, trasmettendo gli atti a Perugia proprio in merito al caso di Rossella Corazzin ha però rivelato, come riporta Il Messaggero, che l’uomo riconobbe in un video, girato nel 2015 dagli agenti della Dia, la villa teatro di quanto da lui sostenuto sulla fine di Rossella Corazzin. L’ex Procuratore Pavone ha affermato: “Se fossi rimasto io competente sul caso, avendo individuato la villa, avrei disposto una perquisizione, per vedere se c’era ancora il tavolo su cui fu compiuto quella sorta di rito satanico sulla ragazza, e avrei chiesto al gip delle intercettazioni sulle 8-10 persone indicate da Izzo come partecipanti al sequestro, per smuovere le acque, anche a livello mediatico”.
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