Nel giro di pochi minuti, martedì 29 maggio, nel giorno della probabile nascita del Governo tecnico guidato da Carlo Cottarelli, il differenziale tra titoli di Stato italiani e titoli di Stato tedeschi – Btp e Bund decennali – è schizzato a oltre 300 punti base.
Il tasso di rendimento dei titoli italiani è adesso a oltre il 3%, ai massimi da giugno del 2014. Ma che cosa significa? Il termine spread, che in inglese letteralmente significa “divario”, indica la differenza di rendimento tra i titoli di stato italiani a 10 anni (i Btp) e gli equivalenti titoli pubblici tedeschi (i Bund).
TERMOMETRO DELL’ECONOMIA
Come spiegato da Focus.it, il rendimento del denaro investito da un risparmiatore – sia esso un privato cittadino, un’azienda, un ente – nei titoli di Stato è un indicatore dello stato di salute dell’economia di un Paese: più il sistema è solido, meno i titoli sono rischiosi e offrono quindi agli investitori rendimenti più bassi in termini di tassi di interesse.
PERCHE’ IL PARAGONE CON LA GERMANIA
In altre parole, lo spread tra i Btp italiani e i Bund tedeschi indica quanto sia più rischioso prestare i soldi all’Italia – li rimborserà a suo tempo con gli interessi dovuti? – rispetto alla Germania, considerata particolarmente affidabile grazie all’eccezionale solidità della sua economia.
EFFETTI SUL DEBITO PUBBLICO
La prima vittima di un aumento dello spread è il debito pubblico: l’aumento dei tassi di interesse fa sì che lo Stato sia costretto a spendere di più per finanziare il proprio debito, cioè per pagare gli interessi a chi ha acquistato Btp, innescando una spirale negativa che potenzialmente può diventare molto pericolosa. L’Italia ha oggi un debito pubblico enorme, secondo in Europa soltanto a quello della Grecia, e pari a oltre 2.300 miliardi di euro.
CHE COSA È IL DEBITO PUBBLICO
Il debito pubblico – che si può chiamare anche debito delle pubbliche amministrazioni – è rappresentato dall’esposizione di uno Stato e di altri soggetti pubblici nei confronti di altri soggetti economici: individui (cittadini italiani e non), imprese, banche o Stati esteri. In pratica questi soggetti prestano denaro allo Stato, acquisendo obbligazioni o titoli di Stato di vario genere (Btp, Bot, ecc.), e il denaro così incassato dalle pubbliche amministrazioni serve a coprire il fabbisogno per garantire i servizi pubblici: ospedali, scuole, trasporti ecc..Tale fabbisogno, ovviamente, è coperto anche dalle entrate fiscali, tasse e imposte, ma negli Stati moderni ciò non basta. Ed ecco che vengono emessi i titoli di Stato.
EFFETTI PRATICI
Le variazioni dello spread hanno quindi ripercussioni concrete non solo sul macrosistema economico, ma anche sui conti delle imprese e sui portafogli dei cittadini.
I PRESTITI ALLE AZIENDE
L’aumento dei tassi di interesse sui titoli rende più difficile l’accesso al credito da parte delle aziende italiane, rendendole così meno competitive rispetto a quelle straniere.
I NOSTRI MUTUI
Lo stesso effetto negativo (l’aumento dei tassi e quindi del rendimento del titoli italiani dovuto alla crescita dello spread) rischia di fare aumentare il costo di mutui e prestiti anche per i privati cittadini, innescando così una nuova stretta su acquisti e investimenti dalla quale il nostro paese si sta lentamente liberando dopo la grande crisi economico-finanziaria di dieci anni fa.
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