Giallo Marcheno, indagata per omicidio una quinta persona nel caso Mario Bozzoli

Continuano le indagini riguardanti la misteriosa scomparsa dell’imprenditore di Marcheno, Mario Bozzoli. Nuove e sconcertanti indiscrezioni, riportate dal settimanale Giallo, rivelano la presenza di una quinta persona indagata con l’accusa di omicidio.

Le indagini sulla scomparsa di Mario Bozzoli continuano senza sosta. Dall’8 ottobre del 2015 non si hanno notizie dell’imprenditore di Marcheno, in provincia di Brescia, visto per l’ultima volta in vita nella sua fonderia. Per chi indaga l’uomo è stato ucciso. Ad alimentare tale ipotesi vi sono le strane coincidenze avvenute quel giorno, come per esempio il non funzionamento delle telecamere di sorveglianza all’interno della fonderia. Il corpo dell’imprenditore 50enne non è mai stato ritrovato. Stando però ad alcune nuove indiscrezioni, rese note dal settimanale Giallo, diretto da Andrea Biavardi, vi sarebbe un quinto indagato oltre ai due nipoti, Alex e Giacomo Bozzoli, e ai due ex operai, Oscar Maggi e Aboagye Akwasi.

Le conferme ufficiali su tale indiscrezione non sono ancora pervenute. Sembra però che la Procura di Brescia abbia raggiunto importanti risultati nella ricerca della verità sulla scomparsa di Mario Bozzoli. Ma chi è questa quinta persona? Si tratta forse del fratello Adelio, padre dei due indagati? Oppure del camionista che uscì quella sera dalla ditta con le scorie della fonderia?

Chi indaga ha preferito tacere sulla questione. La Procura di Brescia, nel frattempo, ha però richiesto una proroga delle indagini di sei mesi al gip, così da poter riesaminare i conti dell’azienda. Per gli inquirenti, infatti, il movente del probabile omicidio di Mario Bozzoli sarebbe da ricercare nell’odio covato contro di lui dai suoi soci e dai parenti. Per tali ragioni si intende svolgere un’indagine fiscale, in quanto sarebbero emerse diverse fatture sospette come quella resa nota dal programma Chi l’ha visto?. Come riporta il settimanale Giallo, sembra quindi che il procuratore Pier Luigi Dell’Osso voglia recuperare il tempo perso nelle indagini svolte negli anni addietro, nelle quali a suo avviso si commisero diversi errori, tra i quali non sequestrare la ditta.

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