È atteso per oggi 20 maggio a Roma l’ultimo, fondamentale, incontro fra Luigi Di Maio e Matteo Salvini per definire il nome del presidente del Consiglio in pectore da consegnare al Capo dello Stato lunedì 21 maggio. Limati gli ultimi dettagli al contratto di governo, scoppia la grana Tav: M5S non la vorrebbe più, ma la Lega insiste “altrimenti salta tutto”.
In pole position per ricoprire la carica di capo del governo rimangono uomini di area M5S: innanzitutto Andrea Roventini e Giuseppe Conte, che corrispondono a quell’identikit dipinto dai leghisti di una figura “non iscritta” ai Cinque Stelle. Ma sul tavolo della trattativa, in realtà, ci sarebbero altri due o tre nomi come scrive Corriere.it: i pentastellati Riccardo Fraccaro e Vincenzo Spadafora (quest’ultimo indicato però anche per il ruolo di sottosegretario alla presidenza del Consiglio). Il quinto nome? Di Maio. Ma Salvini non vuole e dunque il capo politico del Movimento non appare, a ora, il candidato più probabile.
Si è fatto l’autorevole nome, nei giorni scorsi, di Emilio Carelli (M5S, nella foto in alto assieme a Luigi Di Maio) il quale possiede la rara dote di essere stimato anche dagli avversari del futuro governo giallo-verde, e gode del rispetto della Lega e di Forza Italia. Ma, al momento, il nome di Carelli sembra tornare nell’ombra poiché sarebbero i vertici pentastellati a preferirgli altre figure.
Tutti rumors. Che saranno verificati nell’arco delle prossime ore. Lo schema di governo, intanto, va avanti. E se sorgono già frizioni sul tema posto in contratto della revisione delle grandi opere pubbliche, a partire dalla Tav, sembra consolidarsi l’assegnazione dei posti chiave nell’Esecutivo: alla Lega dovrebbero andare Sviluppo Economico, Interno, Agricoltura e Turismo. I nomi che circolano per i dicasteri sono quelli di Lorenzo Fontana, Matteo Salvini, Nicola Molteni e Marco Centinaio. Per i Cinque Stelle invece prende quota l’ipotesi Lavoro, Sanità, Cultura e Giustizia. I pentastellati che sono indicati per un dicastero sono, oltre a quelli già citati, Laura Castelli, Giulia Grillo e Alfonso Bonafede. Per gli Esteri resta l’opzione Giampiero Massolo mentre è ancora incerta la casella dell’Economia, con Giancarlo Giorgetti.
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