Nessun sovrano, regina o capo di Stato straniero. Né il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, e tanto meno gli attesi Obama. Ma neppure il primo ministro Theresa May: nessun uomo o donna delle istituzioni che contano si è presentato al matrimonio dell’anno al Castello di Windsor. La motivazione è semplice e brutale: Harry e Meghan non li hanno invitati. Una scelta con precise motivazioni “strategiche”.
GLI AMICI VIP E NON. E POI 2600 “CITTADINI COMUNI”
Dietro questa opzione, ragioni di politica istituzionale della Corona ma anche la volontà di dare un taglio più borghese, mondano, e soprattutto popolare, oltreché di integrazione culturale e razziale (Meghan è statunitense e sua madre è afroamericana) al royal wedding del 19 maggio. Harry e Meghan hanno festeggiato il loro giorno più bello in compagnia di amici e parenti ma non solo. Compresi, cioè, i primi ad arrivare: gli oltre 2600 membri “del pubblico” che gli sposi hanno voluto all’interno del parco del Castello di Windsor, proprio davanti alla St. George Chapel in cui il matrimonio è stato celebrato la mattina di sabato 19 maggio.
GLI OBAMA LASCIATI A CASA
Sono stati scelti tra “cittadini comuni“, membri dello staff reale o di associazioni benefiche, allievi delle scuole inglesi. Sono stati preferiti anche agli Obama: contrariamente a quanto per mesi era stato vociferato, l’ex presidente degli Stati Uniti, Barack, e l’ex first lady Michelle, non sono stati inclusi nella lista degli invitati, malgrado la sbandierata amicizia col neo Duca del Sussex, Harry. A divulgare la notizia per primo, su Twitter, era stato Richard Palmer, reporter del Daily Express.
DIFFERENZE CON LE NOZZE DI WILLIAM E KATE
Perché evitare accuratamente ogni presenza politico-istituzionale di rilievo nazionale e internazionale? E non invitare neppure la premier Theresa May? Una prima ragione è di ordine istituzionale: a differenza di suo fratello William, non essendo il Principe Harry che il 6° erede al trono del Regno Unito in ordine di successione, i vertici di Kensington Palace – la residenza della neo-coppia reale britannica – hanno stimato non necessaria al royal wedding la presenza di esponenti politici o altre teste coronate non britanniche. Di certo al royal wedding di William e Kate, il 29 aprile del 2011 fu tutta un’altra storia: 1900 invitati per un matrimonio del pretendente al trono di Elisabetta II, secondo in ordine di successione dopo suo padre Carlo, celebrato nella Cattedrale di Westminster nel cuore di Londra. Lunghissima e assolutamente completa la lista dei sovrani invitati da tutto il mondo, oltreché dei politici britannici.
DUE FRATELLI CON DUE RUOLI DIVERSI
L’impressione che si è avuta nell’osservare il royal wedding di Harry e Meghan – al Castello di Windsor e non a Westminster, senza leader politici né sovrani dal mondo, con Meghan “femminista” senza il padre al fianco, e senza un eccessivo seguito di attenzione da parte dei sudditi – è che la monarchia britannica abbia voluto marcare il diverso ruolo istituzionale del neo Duca e della neo Duchessa del Sussex rispetto a quelli di William e Kate. È quest’ultima, infatti, la vera coppia reale destinata a contare sotto il profilo istituzionale e sociale (per quanto possano essere ridotte al massimo le prerogative reali nel campo dell’influenza sulle società democratiche). A Harry e Meghan il compito di svecchiare l’istituzione monarchica e renderla il più possibile vicina al popolo. Con l’innesto di una “rivoluzione” senza precedenti: il sangue misto della neo Duchessa Meghan. Impegni comunque non da poco. Sulla scorta, verrebbe da dire, dell’unica indimenticabile “Principessa del popolo“: Lady Diana Spencer, compianta madre del neo Duca del Sussex.
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