Matteo Salvini e Luigi Di Maio pronti entrambi a un passo indietro per agevolare la nascita di un nuovo governo. Mentre continua la trattativa sul programma entrambi i leader si dicono disponibili a una rinuncia in prima persona.
“Io mi auguro – ha dichiarato oggi 16 maggio Luigi Di Maio – che si possa far parte del governo per mettersi alla prova in prima persona, ma se serve per farlo partire io e Salvini siamo pronti a stare fuori”. “Entro oggi – ha detto Matteo Salvini parlando del programma – ci riaggiorniamo e vediamo se riusciamo a chiudere. Poi passeremo ai nomi. Abbiamo fatto bei passi avanti”. “Non vado a fare il ministro – ha detto – per il gusto di farlo, vado al governo solo se c’è un programma firmato nero su bianco, con i tempi, fissati, pezzo per pezzo”.
“Matteo Salvini – ha sottolineato ancora – non sarà mai ostacolo alla nascita del governo: se devo fare un passo di lato io ci sono, lo farò”. Ma puntualizza: “Nel contratto c’è la difesa dei confini e credo che un ministro della Lega farà da garante“. Salvini ha risposto anche sulla questione spread riferendosi a un titolo di ieri di Ft. “Il Ft dice che siamo barbari: io dico meglio barbari che servi. Stanno usando i soliti trucchetti, lo spread…Ma noi andiamo avanti. Non son nato per tirare a campare”. “Lo spread sale? I soliti giochini della finanza, vuol dire che stiamo facendo bene…”.
È ripreso – intanto – a Montecitorio il lavoro del tavolo per mettere a punto il contratto di governo tra M5S e Lega. L’obiettivo è quello di chiudere il tavolo tecnico in giornata, come si è augurato arrivando alla Camera il capo della comunicazione M5S Rocco Casalino, che partecipa ai lavori. Possibile in giornata anche un nuovo incontro tra i due leader, Luigi Di Maio e Matteo Salvini, cui spetterà il compito, tra l’altro, di trovare una sintesi sui nodi più delicati. “Mi dicono dal tavolo del contratto che sono quasi arrivati alla fine. Ovviamente dobbiamo sistemare delle questioni dirimenti, ma ci stiamo lavorando”. Così Luigi Di Maio entrando alla Camera. La staffetta con Matteo Salvini? “Sulle soluzioni dei nomi stiamo ancora discutendo“, risponde. Preoccupato dallo spread? “No, non sono preoccupato”. E il referendum sull’euro? “Quando vedrete il contratto capirete la sintesi politica”, risponde Di Maio.
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