Caso Yara, la sorella di Massimo Bossetti minacciata e aggredita: patteggia in Tribunale per simulazione di reato

La sorella gemella di Massimo Bossetti denunciò, poco dopo l’arresto del fratello, di essere stata minacciata e aggredita. Smentita dalle telecamere patteggia in Tribunale, con la pena sospesa, per simulazione di reato.

Laura Letizia Bossetti, sorella gemella del muratore di Mapello condannato all’ergastolo in primo e in secondo grado per l’omicidio di Yara Gambirasio, ha scelto di chiudere definitivamente un vecchio contenzioso. La sorella di Massimo Bossetti, poco dopo l’arresto dell’imputato, stando le sue dichiarazioni, fu minacciata da due uomini in scooter e uno in automobile. La donna raccontò tutto alla madre: era il 29 agosto del 2014, verso le 15.43, quando Laura Letizia Bossetti chiamò Ester Arzuffi rivelandole l’accaduto. Il 5 settembre dello stesso anno la sorella del muratore di Mapello, stando le sue dichiarazioni, fu aggredita. Tutti gli episodi da lei narrati vennero però smentiti dalle telecamere di sorveglianza.

Con la scomparsa della madre, deceduta il 29 aprile scorso, la sorella di Massimo Bossetti ha deciso di patteggiare sedici mesi, con la pena sospesa, per simulazione di reato. L’avvocato della donna, Benedetto Maria Bono, ci ha tenuto però a precisare: “Patteggiare non è un’ammissione di colpa. È stata la scelta più opportuna, dal momento che la famiglia esce da un lutto recente e ha già affrontato un lungo processo. Dimostrare che i fatti siano avvenuti nel tratto non coperto dalla telecamere sarebbe stato complesso”.

Entrambi gli episodi vennero denunciati dalla sorella gemella di Massimo Bossetti ai carabinieri, i quali attivarono immediatamente le verifiche del caso. La prima volta Laura Letizia Bossetti denunciò di essere stata minacciata da due uomini snelli, giovani e alti, che si trovavano sopra ad uno scooter grigio, mentre tornava dal piazzale del mercato verso casa dei genitori. La donna, inoltre, riferì che dietro tale scooter vi era anche una Fiat Panda, di colore nocciola, in cui vi era un uomo con i capelli rasati e un disegno sulla testa. La seconda volta fu avvicinata da due persone su un suv, color grigio, della Nissan. Gli uomini, questa volta robusti, aprirono lo sportello della vettura colpendola al ginocchio destro e la afferrarono ad un braccio nel tentativo di farla salire. Dai filmati acquisiti dalle telecamere di sorveglianza, del primo episodio violento, si vede il passaggio della donna, ma non vi è traccia alcuna né dello scooter né della macchina; mentre del secondo episodio le telecamere hanno ripreso Laura Letizia Bossetti parlare con un uomo e nient’altro, anche se c’è da tenere in considerazione che la via in questione è parzialmente coperta da alberi.

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