È stata uccisa tramite strangolamento Sana Cheema, la 25enne italo-pachistana residente a Brescia e morta lo scorso aprile in Pakistan. Aveva rifiutato un matrimonio combinato con un uomo del posto. Voleva vivere in Italia. E così alcuni suoi familiari l’avrebbero brutalmente assassinata
Il fatto che Sana sia stata strozzata emerge dall’autopsia effettuata sul corpo della giovane: gli inquirenti pakistani hanno constatato la rottura dell’osso del collo, indizio che li ha portati a propendere per l’ipotesi dello strangolamento.
VIVEVA E LAVORAVA A BRESCIA
In Pakistan alcune settimane fa sono stati arrestati e poi liberati il padre, il fratello e lo zio della 25enne. Che adesso tornano nel mirino dei magistrati, dopo aver sostenuto che Sana era deceduta a causa di un infarto. La giovane, che era nata nel paese asiatico, a Brescia aveva frequentato le scuole e, dopo aver lavorato in un’autoscuola, ora gestiva un’agenzia di pratiche automobilistiche. Un paio di mesi fa era tornata nel suo Paese natale, nella provincia del Gujarat, assieme alla famiglia, che voleva farla sposare secondo un matrimonio combinato.
UN VIAGGIO SENZA RITORNO
“Ha detto che andava in Pakistan perché aveva ricevuto una telefonata importante – aveva raccontato un vicino di casa -. Non ha spiegato molto, ma solo che aveva un biglietto di ritorno”. La giovane, invece, non è mai tornata a casa, uccisa probabilmente dai suoi stessi familiari. “Siamo sconvolti, sotto shock” è il commento di Jabran Fazal, presidente dell’associazione culturale Pak Brescia. Questa mattina, 9 maggio, appena avuto i risultati dell’autopsia dal Pakistan ha deciso di pubblicarli e ha scritto due post sui social per condannare l’omicidio di Sana.
DOLORE E RABBIA NELLA COMUNITA’ PAKISTANA
La comunità dei pakistani che vivono e lavorano a Brescia e dintorni conta 12 mila persone. “Faremo anche una manifestazione di solidarietà per Sana”, ha annunciato Jabran Fazal. L’uccisione di Sana ricorda quanto già avvenuto a Sarezzo, sempre nel Bresciano, ad un’altra ragazza pakistana, di venti anni: nell’agosto del 2006 la giovane pakistana fu uccisa perché aveva un fidanzato italiano e “vestiva troppo all’occidentale”. Ad essere ritenuti responsabili del suo omicidio furono, anche in questo caso, alcuni suoi parenti stretti.
Photo credits: Twitter
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