Sergio Mattarella potrebbe affidare oggi mercoledì 9 maggio l’incarico per formare quel governo di “garanzia” annunciato due giorni fa. E nel riserbo totale del Quirinale impazza il toto-nome.
Rumours parlamentari alla vigilia danno in pole per l’incarico di premier Elisabetta Belloni (nella foto in alto), la prima donna a ricoprire il delicato ruolo di segretario generale della Farnesina. Molto forti anche le voci intorno a Salvatore Rossi, direttore Generale della Banca d’Italia dal 2013, all’Economia. Per azzardare un pronostico bisogna partire dal profilo generale impostato da Sergio Mattarella nei giorni scorsi. Le certezze sono poche: il premier deve avere una standing internazionale ed essere riconosciuto in Europa (il Consiglio europeo di fine giugno viene considerato cruciale); nella squadra ci devono essere competenze di gestione economica visto che l’obiettivo è scongiurare l’aumento dell’Iva grazie all’approvazione della Legge di Bilancio 2019.
I componenti dell’esecutivo non devono essere politici, anche perché il presidente chiederà loro di non essere candidati alle prossime elezioni; i profili devono essere inattaccabili dal punto di vista etico e giudiziario. Non poco, quindi. Paletti che presuppongono una decisione difficile anche da parte di chi dovesse essere chiamato dal Colle. Si tratta infatti di un Governo a vita limitata e, probabilmente, limitatissima se i partiti lo bocceranno sul nascere. Insomma, la prospettiva eutanasica non invoglia certo a partecipare. Nella rosa di Mattarella, oltre Elisabetta Belloni (nome bipartisan gradito anche al M5s), è entrata Marta Cartabia. Milanese, 54 anni, vicepresidente della Corte Costituzionale (la più giovane), nominata alla Consulta da Giorgio Napolitano nel 2014, è molto stimata dal presidente.
Anche il profilo di Lucrezia Reichlin viene scandagliato dagli uomini del Colle. Romana, economista figlia di due comunisti storici (Alfredo Reichlin e Luciana Castellina), docente di Economia alla London Business School, direttrice generale alla Ricerca alla Bce ha tutte le carte in regola per un ruolo di prestigio. Poi si parla anche di Giampiero Massolo, ambasciatore di lungo corso con grandi conoscenze internazionali. Sarebbe perfetto agli Esteri. E poi si prosegue da giorni con i nomi di Carlo Cottarelli, 64 anni, già commissario alla spending review a Palazzo Chigi, di Anna Maria Tarantola, una vita in Bankitalia ed ex presidente della Rai, di Enzo Moavero Milanese, grande esperto dei meccanismi dell’Unione europea ed ex ministro del governo Letta. Ma non si escludono sorprese.
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