Stop a minigonne, a shorts e a pantaloni a vita bassa, anzi bassissima. È ciò che potrebbe accadere presto in una scuola media del Torinese. E il nuovo “dress code” potrebbe diffondersi al resto d’Italia.
Nelle due scuole medie dell‘istituto comprensivo Centro Storico di Moncalieri, nella prima cintura di Torino, i ragazzi potranno entrare in classe solo indossando “un abbigliamento consono e rispettoso a un luogo come la scuola”. La notizia è riportata in un articolo della Stampa a firma di Massimiliano Rambaldi.
Più decoro, insomma. In più, per le ragazze, è prevista anche una stretta sul trucco, che non potrà essere troppo pesante. Le regole di questo “dress code” varranno per tutti: nel mirino infatti sono finiti anche quei ragazzi che amano portare i pantaloni con vista mutande. A proporre questo nuovo “codice dell’abbigliamento” è stata la preside, Valeria Fantino.
Nei prossimi giorni l’idea sarà portata al tavolo del consiglio d’istituto: praticamente certa la sua approvazione, destinata comunque a far discutere. La dirigente ha fatto le cose per gradi, anche attraverso l’uso dei social. Inizialmente ha promosso un sondaggio sulla pagina Facebook dell’istituto, con una semplice domanda: “Chi sarebbe d’accordo nel vietare canotte, shorts e minigonne cortissime a scuola? Si deve favorire la consapevolezza che ogni luogo ha il proprio codice di comportamento e di abbigliamento: insegnando un minimo di rispetto e di buon gusto. Ovviamente mi riferisco anche ai jeans a vita bassa che mostrano le mutande”. Il risultato è stato un plebiscito di sì, cosa che l’ha spinta ad anticipare la proposta al consiglio d’istituto, in attesa di mettere tutto nero su bianco.
«Nelle scuole medie i ragazzi cominciano a capire come funzionano certi meccanismi e noi tutti siamo responsabili della loro formazione ed educazione – spiega a La Stampa la preside Fantino – tra queste cose c’è anche l’importanza di capire che ogni luogo ha una forma da rispettare. Se oggi vengono a scuola con i pantaloni strappati o le minigonne, domani non capiranno che a un colloquio di lavoro o in un ufficio ci si deve presentare indossando un abbigliamento opportuno”.
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