A poche settimane dal fermo (temporaneo) dell’ex presidente Sarkozy, ora anche il potente finanziere francese Vincent Bolloré è stato interrogato dalla polizia. L’accusa è di corruzione di funzionari pubblici stranieri in una vicenda legata a concessioni portuali in Togo e Guinea.
La notizia è stata data dal sito web del quotidiano Le Monde. Il gruppo Bolloré “smentisce formalmente” di aver commesso “irregolarità” in Africa attraverso la sua filiale africana SDV Afrique: è quanto si legge in un comunicato diffuso dal gruppo a Parigi. Le prestazioni oggetto dell’inchiesta della giustizia francese sono state “realizzate in completa trasparenza” e l’odierna audizione di Vincent Bolloré “permetterà di chiarire in modo utile alla giustizia queste questioni già oggetto di una expertise indipendente che ha concluso la perfetta regolarità delle operazioni”.
Il gruppo Bolloré scivola alla Borsa di Parigi dove il titolo ha ampliato le perdite e lascia sul terreno l’8,9% malgrado la società abbia negato irregolarità su una vicenda di fatturazioni di prestazioni di comunicazione in Guinea e in Togo, che hanno portato allo stato di fermo del numero uno Vincent Bolloré. Pesante anche la holding Financiere de l’Odet (-4,5%) mentre si è indebolita Vivendi (-0,95%).
Bolloré è stato interrogato negli uffici della polizia giudiziaria a Nanterre, nel dipartimento degli Hauts-de-Seine, alle porte di Parigi. La vicenda riguarda le concessioni di ottenimento della gestione dei terminal di navi container. I giudici si chiedono se il gruppo Bolloré non abbia usato Havas, la sua filiale pubblicitaria, per ottenere nel 2010 la gestione dei porti di Conakry, in Guinea e Lomé, in Togo. L’ipotesi è che Havas abbia fornito consulenze e consigli per sostenere l’arrivo al potere di alcuni dirigenti africani in cambio delle concessioni sui porti. Già nel 2016, la sede del gruppo Bolloré Africa Logistics era stata oggetto di una perquisizione nell’ambito dell’inchiesta aperta nel luglio 2012.
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