Ribattezzato l'”Ohio” d’Italia, il Molise è stato conquistato alle regionali di domenica 22 aprile dalla coalizione di centrodestra, formata da Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia assieme ad altre liste locali. Ma sarà davvero così decisiva questa regione (come lo è lo Stato dell’Ohio nelle elezioni Usa) per i nuovi equilibri in vista della formazione del Governo? Vediamo cosa è successo.
A scrutinio quasi ultimato, chiuse 378 sezioni su 394, secondo i dati non ufficiali pubblicati sul sito dedicato della Regione Molise, Donato Toma (nella foto in alto insieme a Berlusconi), candidato alla presidenza della Regione sostenuto dalla coalizione di centrodestra, è al 43,78% delle preferenze. Andrea Greco del Movimento 5 stelle al 38,32%. Carlo Veneziale (centrosinistra) è al 16,82% e Agostino Di Giacomo (Casapound) allo 0,41%. Se i risultati saranno confermati in via definitiva, poiché il sistema elettorale prevede l’elezione diretta del presidente della Regione senza il ballottaggio, Toma sarà il nuovo governatore.
Il Movimento 5 stelle è il primo partito con il 31,56%. Nel centrodestra Forza Italia è al 9,40%, la Lega all’8,30%, FdI al 4,47%, Orgoglio Molise all’8,37%, Popolari per l’Italia al 7,13% e l’Udc al 5,24%. Nel centrosinistra, infine, il partito democratico è all’8,64% e Liberi e uguali al 3,18%. E proprio il più votato, Donato Toma, ha rilasciato una dichiarazione, aspettando i risultati finali dello spoglio delle schede. “Attendo l’ufficialità, ma il risultato si sta consolidando e ci stiamo preparando a lavorare per i molisani”. “Mi sono candidato per vincere e questo è il risultato per una campagna elettorale corretta, fatta spiegando cosa vogliamo fare per il Molise”, ha sottolineato Toma. “Al M5s dico basta polemiche – ha continuato – mettiamoci a lavorare”.
Ad Agorà, trasmissione di Rai3, Andrea Greco, candidato dei 5 stelle, ha commentato l’esito del voto. “È un risultato storico a livello regionale. Forse il Movimento Cinque Stelle non aveva mai fatto così bene in un’elezione regionale. Siamo passati da due consiglieri a sei, sei persone che si batteranno per difendere le idee del Movimento e soprattutto per rendere onore ai cittadini che ci hanno votato. Io parlerei di risultato storico, non di fallimento”. Il candidato del Partito democratico aveva ammesso la sconfitta già nel corso della notte. ”Ho perso, chiaramente, ma quello che resta è il percorso politico, quello di un centrosinistra che ha ritrovato l’unità – ha detto Veneziale – dopo anni di divisioni, e questa è l’eredità positiva che resterà a chi verrà dopo di me”. Affluenza alle urne al 52,16%, in calo rispetto al 2013.
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