La Gazzetta dello Sport ha svelato in esclusiva la trascrizione dell’incidente probatorio con i periti che hanno esaminato la salma di Denis Bergamini, il calciatore del Cosenza morto il 18 novembre del 1989 e il cui decesso fu archiviato come suicidio. Gli accertamenti sulla salma non lasciano però dubbi.
Sono 84 le pagine della trascrizione dell’incidente probatorio del 29 novembre del 2017, in cui i periti affermano quanto riscontrato sulla salma riesumata di Denis Bergamini, il calciatore del Cosenza trovato privo di vita sulla Statale Jonica 106 al chilometro 401 la sera del 18 novembre del 1989. La Gazzetta dello Sport, in esclusiva, ha rivelato come è morto l’allora 28enne, pubblicando la trascrizione delle conclusioni dei periti che hanno esaminato la salma del giocatore. Grazie alle ottime condizioni del corpo del centrocampista è stato lui stesso a parlare: non fu suicidio, bensì omicidio.
Denis Bergamini, stando quanto emerso, fu prima stordito con del cloroformio, poi soffocato con un sacchetto di plastica e infine posto sotto al ruota del camion che lo ha schiacciato, quando era già morto o in fin di vita. Il responso dei periti ha quindi ribaltato completamente le conclusioni dell’autopsia effettuata nel 1990. L’ex fidanzata del centrocampista del Cosenza, Isabella Internò, e l’autista del camion, Raffaele Pisano, entrambi indagati per omicidio, avevano sempre sostenuto che Denis Bergamini si fosse lanciato sotto le ruote dell’autocarro suicidandosi. Ma a far emergere che tale dinamica non sia veritiera è proprio il corpo del calciatore con una ferita sul bacino: “Il corpo è esploso come un frutto schiacciato da una mano – si legge nella trascrizione dell’incidente probatorio -. Solo che era già morto quando ciò è avvenuto. Altro che tuffo. (…) La ruota ha sormontato a bassa velocità un corpo disteso e inerme (…) lasciando arti superiori, inferiori e viso perfettamente integri e puliti”.
La tesi del suicidio è stata definitivamente archiviata grazie alle prove scientifiche. Nella precedente autopsia era stata ignorata la laringe e la lingua del calciatore, dove invece sono state trovate tracce di sangue avvenute quando ancora Denis Bergamini era in vita. “Bergamini – riporta La Gazzetta dello Sport – è stato prima stordito con del cloroformio (o una sostanza simile impossibile da rintracciare), poi soffocato in modo soft forse con un sacchetto di plastica e infine fatto sormontare dalla ruota del camion all’altezza del bacino, per simulare il suicidio”. Il Procuratore capo di Castrovillari Eugenio Facciolla continua quindi ad indagare sulla morte del calciatore. Nel frattempo sono state avviate anche le analisi sui telefonini sequestrati a Isabella Interò e al marito poliziotto, iscritto recentemente nel registro degli indagati per la morte di Denis Bergamini.
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