Il fondatore e Ceo di Facebook, Mark Zuckerberg, è sotto torchio da due giorni al Congresso degli Stati Uniti dopo il caso Cambridge Analytica: la società accusata di aver sottratto illegalmente dati riservati di 87 milioni di persone utenti di Fb con la complicità di Menlo Park.
L’audizione è davanti alla commissione Energia e Commercio della Camera dei Rappresentanti. Precedentemente era stato interrogato per 5 ore dalla commissione congiunta Giustizia e Commercio al Senato. “Credo che sia inevitabile la necessità di alcune regole, ma bisogna fare attenzione”, ha detto Zuckerberg, rispondendo a domande dei deputati sulla possibilità o meno di elaborare regole che non soffochino le startup. Il Ceo di Facebook ha inoltre confermato che è partito il servizio di notifica per gli utenti del social network i cui dati sono interessati dal caso Cambridge Analytica.
“RUBATI ANCHE I MIEI DATI PERSONALI…”
Zuckerberg ha rivelato che persino i suoi dati personali su Facebook erano fra quelli acquisiti da Cambridge Analytica. Lo ha affermato rispondendo a domande della deputata democratica della California Anna Eshoo. È emerso durante il botta e risposta con i parlamentari Usa che la gran parte degli utenti del social network non utilizzano i controlli messi a disposizione dalla piattaforma per scegliere il livello di privacy per il proprio profilo. Il tema ricorre in diverse delle domande poste dai deputati, con Zuckerberg che insiste sulla possibilità di scelta che viene data agli utenti.
CAMBRIDGE ANALYTICA: RIMOSSO IL CEO
L’amministratore delegato di Cambridge Analytica, Alexander Tayler, è stato intanto rimosso dal suo incarico e ritorna alla sua precedente posizione. È quanto ha annunciato la stessa società di consulenza, accusata di aver impropriamente ottenuto i dati personali di 87 milioni di utenti Facebook. Tyler riprenderà il suo posto a capo della divisione dati “per focalizzarsi sulle varie inchieste e indagini”, ha sottolineato il consiglio della società in una nota, secondo quanto riporta Bloomberg.
LA DIFESA DELLA SOCIETA’ ACCUSATA
Nella sua versione della vicenda, Cambridge Analytica spiega di aver ricevuto i dati in licenza dalla società di ricerca GSR (General Science Research) “che li ha ottenuti legalmente tramite uno strumento fornito da Facebook. Centinaia di aziende di dati hanno utilizzato i dati di Facebook in modo simile. Per essere chiari – aggiunge – Cambridge Analytica non ha raccolto o condiviso illegalmente o in modo inappropriato dati con nessun altro. Cambridge Analytica non ha infranto i regolamenti Fec”.
Photo credits: Twitter
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