Una nuova clamorosa testimonianza riaccende i riflettori sulla scomparsa di Maria Chindamo, l’imprenditrice agricola sparita nel nulla dal 2016 le cui uniche tracce rinvenute sulla macchina e davanti alla proprietà non fanno ben sperare.
È ancora avvolta nel mistero la scomparsa Maria Chindamo, l’imprenditrice agricola di 44 anni, madre di 3 figli, aggredita e sequestrata la mattina di venerdì 6 maggio 2016 a Laureana di Borrello, in provincia di Vibo Valentia. Non fanno ben sperare le uniche tracce certe rinvenute nell’automobile della donna, trovata a motore acceso davanti all’ingresso della terra di sua proprietà: macchie di sangue sono state trovate sulla carrozzeria e sul muretto del cancello dell’azienda agricola. Una nuova e clamorosa testimonianza sembra diradare la fitta nube che avvolge da ormai troppo tempo il caso.
“Ci sono due nuovi elementi nel giallo di Maria Chindamo: un testimone e una macchina“, riporta in esclusiva il settimanale Giallo diretto da Andrea Biavardi. “La mattina della scomparsa una persona ha visto un mezzo transitare proprio nella zona in cui si sono perse le tracce dell’imprenditrice. In seguito alle parole del testimone, sono stati fatti degli accertamenti che hanno consentito a chi indaga di individuare sia l’automobile, sia il proprietario“. La vettura senza assicurazione per i carabinieri, stando quanto riportato dal noto settimanale, non circolava da anni e molto probabilmente è stata usata solo il 6 maggio del 2016. Purtroppo però, prima ancora di poterla analizzare, è stata portata da uno sfasciacarrozze della zona ed è stata distrutta.
C’è inoltre un altro elemento sul quale si stanno focalizzando gli inquirenti: le telecamere di sorveglianza. Sono infatti ancora in corso gli accertamenti tecnico scientifici su tali apparecchi, in particolare su quella appartenente alla famiglia Ascone che puntava esattamente dove è scomparsa Maria Chindamo. Da quanto è emerso la telecamera di sorveglianza è stata manomessa poche ore prima della scomparsa dell’imprenditrice. Gli inquirenti sperano che le altre videocamere di sorveglianza della zona possano aver ripreso il transito dell’auto sospetta, tentando così di ricostruire quanto accaduto in quel terribile giorno. Al momento la Procura di Vibo Valentia, come riporta il settimanale Giallo, indaga per omicidio e occultamento di cadavere, ipotizzando che il delitto sia avvenuto su commissione e sia stato pianificato nei minimi dettagli da qualcuno che conosceva bene le abitudini di Maria Chindamo.
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