Un comportamento sicuramente anomalo quello messo in atto da Alberto Stasi in merito all’omissione di accettare l’eredità del padre, impedendo così ai genitori e al fratello di Chiara Poggi di ottenere il risarcimento milionario al quale era stato condannato in Cassazione.
Alberto Stasi, condannato in via definitiva nel dicembre del 2015 a 16 anni di reclusione per aver ucciso la fidanzata Chiara Poggi, è stato scagionato dall’accusa di aver rinunciato all’eredità paterna per non pagare il risarcimento ai genitori e al fratello della vittima. Il gip di Milano Natalia Imarisio ha considerato l’imputato non colpevole per aver rinunciato all’eredità del padre Nicola, deceduto nel 2013. Secondo la denuncia dei familiari di Chiara Poggi, Alberto Stasi avrebbe evitato di accettare l’eredità entro 40 giorni dalla chiusura dell’inventario, facendo così decadere il suo diritto senza una rinuncia espressa. La stessa gip ha messo però in luce l’anomalia nel comportamento di Stasi: “Il fatto che abbia omesso di accettare l’eredità è certamente anomalo“. Ma per la stessa quanto avvenuto può essere spiegato: “Con una totale dimenticanza dovuta alle condizioni di ‘stress’ in cui versata Stasi (come allegato dalla difesa) risultando anzi sospetta, anzitutto, proprio per la coincidenza temporale con quella grave pendenza giudiziaria che appunto, e ben giustificatamente, i pensieri di Alberto Stasi doveva costantemente occupare e che avrebbe potuto comportare anche una pesante condanna risarcitorie in favore delle parti civili”.
Nel provvedimento di archiviazione il gip, come riporta Affaritaliani.it, mette inoltre in luce un altro aspetto: “Nel giudizio civile le parti risultano a un passo dal trovare l’accordo ma, da quanto si apprende da fonti legali, la trattativa è saltata nel gennaio perché i Poggi hanno rifiutato l’offerta di Alberto Stasi”. L’offerta al tempo rifiutata dai familiari di Chiara Poggi comprendeva la casa di Garlasco dei genitori del condannato e 400 mila euro, contando anche i soldi guadagnati da Alberto Stasi con il suo lavoro nel carcere di Bollate.
Il gip Natalia Imarisio ci ha tenuto però a precisare che la denuncia effettuata dalla famiglia Poggi non è certo immotivata. Il gip ha però ritenuto di archiviare le accuse di falsa dichiarazione a pubblico ufficiale e mancata esecuzione di un provvedimento del giudice in quanto, le dichiarazioni al notaio della famiglia Stasi in relazione all’eredità, non sono tali da poter essere agevolmente qualificate come dolosamente temerarie e, anzi, forse suggerite già all’epoca a Stasi da chi gli aveva fornito consulenza.
Photo Credits Facebook