Una storia tragica quella di Maria Chindamo, l’imprenditrice scomparsa da quasi 2 anni. Molti i misteri che si celano dietro il suo caso: cosa è successo alla donna? Chi le ha potuto fare del male? Il fratello della vittima ha consegnato una copia del testamento del suocero di Maria: la verità si cela dietro a questo documento?
Molti i misteri dietro la scomparsa di Maria Chindamo, l’imprenditrice agricola di 44 anni, madre di 3 figli, aggredita e sequestrata la mattina di venerdì 6 maggio 2016 a Laureana di Borrello, in provincia di Vibo Valentia. Dopo quasi due anni sono poche le novità in merito. Il fratello della donna, Vincenzo, non ha mai smesso di lottare per scoprire cosa sia successo alla sorella quella tragica mattina. Quest’ultimo, insieme all’avvocato Giovanna Cusumano e al collega Nicodemo Gentile, in rappresentanza dell’associazione Penelope, ha consegnato alla Procura di Vibo Valentia, che si occupa delle indagini sulla scomparsa della donna, un documento mai considerato prima: il testamento di Vincenzo Punturiero, il defunto suocero di Maria Chindamo.
Il documento presenta, secondo la Procura e i Carabinieri, alcuni spunti che potrebbero essere preziosi per arrivare alla verità e fare giustizia sulla scomparsa di Maria Chindamo. Il fratello delle donna, come riportano diverse testate locali, non ha voluto commentare il contenuto del testamento del suocero della sorella, deceduto circa un anno fa. Vincenzo Punturiero era stato più volte ascoltato, anche dalla trasmissione Chi l’ha visto?, ma aveva sempre respinto i sospetti e le pressioni della stampa.
La copia del documento è ora in mano al pm Concettina Iannazzo, che coordina l’indagine sulla scomparsa di Maria Chindamo. Le uniche tracce certe rinvenute nell’automobile, trovata a motore acceso davanti all’ingresso della terra di proprietà della donna, non fanno ben sperare. Molte le anomalie sul caso, come la coincidenza temporale con l’anniversario del suicidio del marito della donna, Ferdinando Punturiero, afflitto dalla separazione da Maria Chindamo. Sicuramente però chi ha fatto del male all’imprenditrice conosceva bene i suoi spostamenti e le telecamere presenti nella zona.
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