Il Giappone si ferma per ricordare le vittime del triplice incidente – sisma, tsunami e catastrofe nucleare – che ha colpito la nazione l’11 marzo del 2011, sette anni fa. Alla cerimonia organizzata al Teatro nazionale di Tokyo sono stati presenti il principe Akishino e la consorte Kiko, assieme al premier Shinzo Abe.
18 MILA VITTIME, 470 MILA SFOLLATI
Secondo quanto riporta il sito web dell’Ansa, alle 14:46 (le 6:46 in Italia), l’ora esatta della scossa di magnitudo 9, è stato osservato un minuto di silenzio. Le cerimonie di commemorazione si sono susseguite fin dall’alba nelle tre prefetture di Fukushima, Miyagi e Iwate.
L’Agenzia nazionale di polizia ha stimato almeno 18mila vittime, tra morti e dispersi, a causa dell’impatto dell’onda dello tsunami, responsabile per la devastazione di gran parte della costa nord-est nella regione del Tohoku; altre 3.600 persone sono decedute per cause collegate alla catastrofe. Il numero degli sfollati è passato dai 470 mila – all’indomani dell’incidente di sette anni fa – agli attuali 74mila.
L’ALLARME DI GREENPEACE
Alla fine di gennaio di quest’anno erano ancora 29.600 le persone che vivevano in residenze provvisorie delle tre prefetture, la metà dei quali, 13.500 cittadini, abitano ancora nei complessi di prefabbricati adibiti a centri di accoglienza. Secondo le ultime rilevazioni di Greenpeace Japan, a inizio marzo il livello delle radiazioni nelle aree intorno all’impianto – dove gli ordini di evacuazione sono stati da poco rimossi – erano di tre volte superiore agli obiettivi del governo.
30 ANNI PER RIMUOVERE LE SCORIE
In base alle previsioni dell’esecutivo occorreranno almeno 30 anni per rimuovere le scorie del magma nucleare all’interno dei reattori, mentre i costi per la demolizione della centrale, incluse le spese di bonifica del territorio, sono stimate intorno ai 160 miliardi di euro.
IL 75% DEI GIAPPONESI NON VUOLE PIU’ CENTRALI NUCLEARI
Attualmente solo tre dei 45 reattori nucleari di cui dispone il paese dispone sono in funzione, ma il governo conservatore preme per un riavvio delle centrali con maggiore sollecitudine nel rispetto di standard di sicurezza più elevati. Nell’ultimo sondaggio dell’Asahi Shimbun (uno dei più autorevoli quotidiani del Giappone) e la televisione locale di Fukushima, solo l’11% dei giapponesi si dichiara favorevole alla riapertura degli impianti, contro il 75% di opinione contraria.
Photo credits: Twitter
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