Omicidio Elena Ceste, Michele Buoninconti riprova a manipolare i figli: il nuovo tentativo shock

In attesa del terzo grado di giustizio per l’omicidio di Elena Ceste, il marito Michele Buoninconti, condannato in primo e in secondo grado per il delitto della moglie, torna a far discutere di sé. 

Mancano ormai pochi mesi all’avvio del processo in Cassazione nei confronti di Michele Buoninconti, il pompiere accusato e condannato, in primo e in secondo grado, a 30 anni di reclusione per l’omicidio pluriaggravato della moglie Elena Ceste. Il ricorso alla Corte Suprema rappresenta per l’uomo l’ultima chance di essere assolto per un reato al quale lui si è sempre professato innocente. Della stessa tesi non sono stati i giudici, che lo ritengono invece colpevole di aver ucciso la moglie il 24 gennaio del 2014. Il pompiere ha tentato nel corso di questi anni, dopo aver perso la potestà genitoriale, di interagire con i propri 4 figli, accuditi dai genitori di Elena Ceste, i quali però, interpellati dal Tribunale dei minorenni, espressero la loro intenzione di non voler più aver alcun contatto con il padre.

Michele Buoninconti non si è mai arreso a tale scelta ed ha provato diverse volte a mettersi in contatto con loro. Pochi mesi fa è accaduto un episodio scioccante davanti alla scuola superiore dell’Astigiano, frequentata dalla figlia di Elena Ceste: una donna, con il volto semicoperto dalla sciarpa, ha atteso la ragazza sollecitandola a scrivere al padre. La donna non si era limitata esclusivamente ad “incontrare” la giovane fuori la scuola, bensì si era spinta oltre inviandole numerosi messaggi su Facebook, cercando insistentemente di mettersi in contatto con lei. La ragazza non ne aveva voluto sapere ed ha continuato a respingere le richieste.

Tale vicenda è stata prontamente denunciata dai legali della famiglia di Elena Ceste alla Procura e alla Questura. Ma la pace per i figli della vittima sembra non esserci: Michele Buoninconti ha recentemente inviato alcune lettere dal carcere ai 4 figli, ritenute dagli psicologi veramente destabilizzanti tanto da non farle leggere agli interessanti. Sulla questione è intervenuta anche la criminologa Roberta Bruzzone, la quale sul settimanale Giallo, ha sottolineato come lo scopo di Michele Buoninconti fosse proprio quello di manipolare la figlia per ottenere da lei delle dichiarazioni favorevoli da utilizzare in vista dell’avvio del processo.”Ritengo quanto accaduto di una gravità inaudita e bene hanno fatto i legali della famiglia Ceste a tutelare in sede giudiziaria”, scrive la nota criminologa che sostiene di non essersi stupita davanti quanto accaduto vista la propensione, ormai assodata, di Buoninconti di manipolare.

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