Quanto tempo occorrerà per formare il Governo dopo i dati usciti dalle urne? E, soprattutto, a chi darà l’incarico il Presidente della Repubblica? Ecco una griglia delle tappe, tutt’altro che brevi, per la formazione dell’Esecutivo e l’elezione dei presidenti di Camera e Senato a seguito delle Politiche del 4 marzo.
Ci vorrà minimo un mese perché i clamorosi risultati elettorali si traducano in formule politiche e parlamentari efficaci, scrive sul sito web dell’Ansa Marco Dell’Omo. Una volta scrutinate tutte le schede e proclamati i risultati comincerà la maratona politica per trovare i nuovi presidenti delle Camere e formare il nuovo governo.
23 MARZO
Prima seduta delle nuove Camere. Sarà dedicata alla proclamazione degli eletti e all’elezione dei nuovi presidenti. Al Senato si farà presto, massimo due giorni: se dopo tre votazioni nessuno supera la maggioranza assoluta si va al ballottaggio tra i due più votati. Alla Camera, invece, i tempi possono essere più lunghi: per eleggere il nuovo numero uno dell’assemblea serve la maggioranza dei due terzi nei primi tre scrutini, poi la maggioranza assoluta, e si va avanti così fino alla fumata bianca.
INIZIO APRILE
Una volta eletti i presidenti di Camera e Senato e formati i gruppi parlamentari, Gentiloni rassegnerà le dimissioni e cominciano al Quirinale le consultazioni per la formazione del nuovo governo. La settimana di Pasqua (che quest’anno cade il primo aprile) non dovrebbe bloccare i lavori. Al Quirinale saliranno i presidenti delle Camere, gli ex capi dello Stato e i rappresentanti dei gruppi parlamentari. Al termine Sergio Mattarella deciderà il da farsi: incarico esplorativo (se la situazione dovesse essere ancora confusa) o incarico pieno, per formare il nuovo governo. Nel frattempo continua a governare il premier uscente Paolo Gentiloni, in carica per gli affari correnti.
IL NUOVO GOVERNO
Se l’incaricato scioglie la riserva – una delle ipotesi più accreditate è che possa essere incaricato Luigi Di Maio del M5S, primo partito – , presenta la lista dei ministri al presidente della Repubblica, giura con la sua squadra al Quirinale e va alla Camera e al Senato per ottenere la fiducia. Se invece rinuncia, nuove consultazioni e nuovo incarico. Una volta ottenuta la fiducia dei due rami del Parlamento il governo non ha altri adempimenti da compiere e può cominciare il suo lavoro.
Photo credits: Twitter / @HerriotClaire (per la foto di Palazzo Chigi)