È finito in carcere con l’accusa di violenza sessuale aggravata e maltrattamenti in famiglia don Michele Barone, il prete di Casapesenna (Caserta) che “curava” con l’esorcismo una ragazzina di 14 anni con problemi psichici.
NEI GUAI ANCHE I GENITORI DELLA RAGAZZA E UN POLIZIOTTO
La notizia è riportata in un articolo su Repubblica.it, a firma di Raffaele Sardo. La Squadra Mobile della Questura di Caserta, su disposizione della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere, guidata da Maria Antonietta Troncone, ha eseguito un’ordinanza di custodia in carcere, emessa dal Gip dello stesso Tribunale. Ai domiciliari invece sono finiti i genitori della ragazzina, Cesare Tramontano e la moglie Lorenza Carangelo, entrambi di Maddaloni ma residenti a Casapesenna. Ai domiciliari anche Luigi Schettino, dirigente di polizia che cercò di convincere Nicoletta Tramontano, la sorella della giovane vittima, a ritirare la denuncia nei confronti del prete esorcista.
“DON BARONE A CAPO DI UNA SETTA”
La vicenda è venuta fuori grazie a un servizio televisivo andato in onda nella trasmissione de “Le Iene”, nella quale Nicoletta racconta di come don Michele Barone, esorcizzava la sorellina, bisognosa invece di cure mediche. Ma nell’ordinanza di custodia cautelare sono venuti fuori anche altri particolari scabrosi che gli inquirenti hanno appreso dalla bocca di diversi testimoni. Il prete avrebbe anche praticato altri esorcismi su diverse donne, abusando di loro sessualmente, costringendole a spogliarsi e a dormire nello stesso letto, insieme con la sua amante. Per la Procura, don Michele Barone era a capo di una vera e propria setta.
“MAI AUTORIZZATO DAL VESCOVO”
“Le indagini – spiega la procuratrice Maria Antonietta Troncone – hanno consentito di stigmatizzare un contesto criminale inquietante. Don Michele Barone, agendo senza l’autorizzazione del Vescovo diocesano e, dunque, in totale spregio delle regole e delle prescrizioni dell’organizzazione clericale, ha perpetrato su numerose donne – tra le quali la minore e una giovane – medievali e brutali riti esorcisti, da qui l’accusa di violenza sessuale aggravata e dei maltrattamenti in famiglia”.
“ABUSAVA DELLA BUONA FEDE DI TANTE DONNE”
In pratica don Michele Barone convinceva le giovani donne di essere possedute dal demonio e, una volta carpita la loro buona fede, le sottoponeva a trattamenti disumani e “lesivi della loro integrità fisica e psichica, nonché della loro dignità”. Nel corso di quotidiani riti di “liberazione e purificazione dell’anima”, sia la minore che la giovane, nonché altre vittime, “sono state violentemente percosse, brutalmente ingiuriate e minacciate, e costrette a subire contro la loro volontà atti sessuali: palpeggiamenti in zone erogene, denudazione e l’aberrante prassi di dormire, nude, insieme al prete e alla sua amante”.
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