Manette ai polsi di 9 cittadini filippini (4 in carcere e 5 agli arresti domiciliari), molti dei quali collaboratori domestici di professionisti e imprenditori romani. L’accusa è gravissima: spaccio di droga. Ecco cosa è successo
L’ordinanza è stata emessa dal Gip del Tribunale di Roma a seguito degli sviluppi di un’attività investigativa coordinata e diretta dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica capitolina. I destinatari delle misure restrittive sono ritenuti responsabili dei reati di associazione per delinquere finalizzata al traffico internazionale di sostanze stupefacenti e spaccio.
“MERCE” DA UN MILIONE DI EURO
L’indagine, avviata nel marzo 2016, ha già determinato l’arresto di altre 6 persone, in flagranza di reato, e il recupero di più di due chili, precisamente 2,258 kg, di shaboo, che ha costituito un sequestro record in Italia e uno dei più importanti in Europa per questo particolare tipo di sostanza stupefacente, che immessi sul mercato avrebbero fruttato più di milione di euro. La droga era nascosta persino nella scatolette di cibo.
COME ARRIVAVA IN ITALIA LA DROGA
L’attività investigativa dei carabinieri ha consentito di ricostruire l’organigramma dell’associazione criminale, dal piccolo spacciatore nella Capitale fino ad arrivare al cartello nelle Filippine che inviava la sostanza stupefacente in Italia mediante aerei, con voli di linea, fino a Milano e da qui veniva trasportata a Roma da alcuni appartenenti all’organizzazione che poi rifornivano i pusher per la vendita al dettaglio a domicilio o lungo le strade.
SHABOO: ALLUCINAZIONI E FORTE DIPENDENZA
La shaboo, essendo inodore, non viene fiutata dai cani antidroga. Inizialmente diffusa soprattutto nella comunità filippina, shaboo è sempre più usata da consumatori italiani. La sua assunzione genera un’elevata dipendenza e può produrre aggressività, allucinazioni, comportamenti violenti, paranoia, aumento del battito cardiaco e affanno.
Photo credits: Twitter; video credits: Twitter / carabinieri Roma / RepTv