Le indagini sull’omicidio di Jessica Valentina Faoro continuano senza sosta, nonostante Alessandro Garlaschi abbia ammesso di aver ucciso la 19enne nel proprio appartamento a Milano. Il tranviere dell’Atm ha sempre dichiarato che quando al momento del delitto vi era solo lui nell’abitazione in quanto la moglie, Veronica, l’aveva lui stesso accompagnata a casa di sua suocera per le ore 21.30. Soltanto al mattino seguente, quando l’uomo si è recato a prenderla, una volta giunti a casa, Garlaschi avrebbe raccontato di aver commesso l’omicidio. Successivamente sono seguite le telefonate al 118 e alla Polizia. A smentire le parole del tranviere vi è il racconto di una vicina di casa della suocera. La donna, ai microfoni di Chi l’ha visto?, ha raccontato nei minimi particolari cosa ricorda della sera del delitto: “Io ho preso il bus per tornare a casa e insieme a me c’era la madre di Veronica. Le spiego perché mi ricordo bene tutto: avevo mal di testa ne stavo parlando con lei che mi ha detto di salire a casa per prendere una medicina. Quando siamo arrivati lei ha preso dalla borsa le chiavi e ha aperto la porta, ha anche acceso la luce perché in casa non c’era nessuno. Posso dire con precisione anche l’orario, erano le 22.05“. Il racconto è però costato alla donna diverse minacce: nella sua buca delle lettere sono stati lasciati diversi bigliettini, finiti ora nelle indagini riguardanti l’omicidio di Jessica. La stessa testimone ha inoltre rivelato che intorno alle 7 del mattino ha incontrato Veronica, come se quest’ultima stesse arrivando a casa. Chi era presente nell’appartamento al momento dell’omicidio di Jessica? Alessandro Garlaschi era veramente solo?
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