Isis shock, attentatore irrompe in chiesa al grido di “Allah Akbar” e fa strage

L’Isis ha rivendicato, lunedì 19 febbraio, l’attacco in una chiesa cristiana ortodossa del Daghestan (Asia centrale, Caucaso) in cui sono state uccise 5 donne. Sia l’attentatore che le sue vittime sarebbe molto giovani, sui vent’anni, abitanti di una delle regioni più instabili della Russia.

Un uomo ha aperto il fuoco contro tutti i fedeli che uscivano dal luogo sacro a Kizlyar. Il Daghestan è un Paese a prevalenza di musulmani. L’attentato è avvenuto durante una festa ortodossa. Il killer, un giovane ventenne, è stato alla fine ucciso dagli agenti di polizia e due di essi sono tra i 5 feriti provocati dall’azione dell’attentatore. I fedeli stavano celebrano la festività ortodossa di Maslenitsa che in Russia, Ucraina e Bielorussia si svolge nella settimana immediatamente precedente la Quaresima e che corrisponde grosso modo al carnevale.

“GRIDAVA ALLAH AKBAR…”

Il quotidiano russo Rbk ha pubblicato la testimonianza di un prete secondo il quale l’uomo avrebbe aperto il fuoco su dei fedeli di una chiesa ortodossa in questa regione a maggioranza musulmana. “Oggi (ieri, ndr), verso le 16, avevamo terminato la messa, la gente cominciava a uscire. Un uomo con la barba si è messo a correre in direzione della chiesa gridando “Allah Akbar” (Dio è grande, ndr.) e ha ucciso quattro persone”, ha raccontato a Rbk il prete Pavel. “Aveva un fucile e un coltello“, ha affermato.

DAGHESTAN, UN PAESE MOLTO POVERO

Regione turbolenta confinante con la Cecenia, il Daghestan è una delle aree più povere e instabili della Russia. È bersaglio regolare di attacchi talvolta rivendicati dall’Isis, a cui la rivolta armata islamista nel Caucaso russo ha giurato fedeltà nel giugno 2015.

 

Photo credits: Twitter

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