Pamela Mastropietro pugnalata mentre era viva: indagato collabora con gli inquirenti, possibile svolta

Il quarto uomo indagato per la morte di Pamela Mastropietro collabora con gli inquirenti per risolvere il giallo sull’atroce morte della 18enne. 

Una cosa è certa Pamela Mastropietro era viva quando è stata aggredita con due coltellate al fegato e con un colpo alla testa. Ciò è quanto è emerso dalle prime conclusioni della perizia medico-legale disposta dalla Procura di Macerata sul corpo della ragazza di soli 18 anni. Al momento non è chiaro se le ferite all’addome siano state fatali ma, sicuramente, il colpo alla testa non lo è stato. Pamela quindi non è morta di overdose come affermato da Innocent Oshegale ma è stata uccisa. Le analisi sui tessuti sono ancora in corso e soltanto quando si concluderanno sarà possibile capire se la morte della giovane romana è stata causata da quelle due coltellate.

Le indagini al momento proseguono senza sosta e il quarto uomo indagato a piede liberoAnthony Anyanwu, sta collaborando con gli inquirenti in merito alle molteplici telefonate effettuate dai tre indagati nel giorno della morte di Pamela. I Ris inoltre, in questi giorni, hanno riesaminato la Opel usata per portare i due trolley con all’interno il corpo fatto a pezzi della 18enne. Ciò che ci si augura di trovare sono eventuali tracce ematiche filtrate dalle due valigie ma anche le impronte o altri elementi determinanti per individuare chi era effettivamente a bordo del veicolo quella sera, così da comprendere se qualcuno ha aiutato Innocent Oshegale a disfarsi dei due trolley.

Per gli inquirenti, al momento, ad uccidere Pamela Mastropietro sono stati il 29enne Innocent Oshegale, il 22enne Lucky Desmond e il 27enne Awelima Lucky, anche se quest’ultimo continua a negare. L’uomo, come riporta Il Resto del Carlino, è stato ascoltato dal suo legale difensore, l’avvocato Giuseppe Lupi, al quale ha assicurato di non aver mai messo piede nella mansarda di Oseghale. In merito al fatto che anche il suo cellulare ha agganciato la stessa cella telefonica degli altri due indagati lo ha spiegato sostenendo di essere stato, insieme ad altre persone, non lontano dalla casa in cui si è compiuto l’omicidio. Nel frattempo sono state prese le impronte di mani e piedi dei tre indagati per confrontarle con quelle trovate grazie al luminol nella mansarda dell’orrore. Questa mattina, 14 febbraio, sono stati portati in tribunale Lucky Desmond e Awelima Lucky per l’interrogatorio di garanzia per la convalida del fermo. Il Gip ha riconosciuto valide le contestazioni della Procura convalidando la misura cautelare. 

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