Jessica massacrata a coltellate: la confessione shock del tranviere arrestato

Ammette la sua responsabilità ma cerca di alleggerire la sua posizione. Alessandro Garlaschi, il tranviere di 39 anni in carcere a Milano per l’omicidio di Jessica Valentina Faoro, 19 anni appena, ha fatto delle parziali ammissioni durante un lunghissimo interrogatorio che era il preludio dell’ingresso in carcere. Ora è nel centro osservazione neuropsichiatrica ed è sorvegliato a vista.

Prima di essere uccisa – con più di 10 coltellate, dicono gli investigatori – la ragazza ha cercato di difendersi. E c’è la versione di Garlaschi, secondo quanto riporta Repubblica.it. Una versione tutta da verificare. L’uomo avrebbe raccontato di aver “rigirato il coltello” che aveva in mano contro di lei e “l’ho colpita allo stomaco“. L’arma è stata trovata dalla polizia ed è naturalmente la prova regina.

IL MOVENTE

Dopo averla accoltellata per essersi opposta ai suoi approcci – questo, almeno è il movente ipotizzato dagli investigatori – l’uomo ha anche cercato di bruciare il corpo, salvo poi desistere e chiamare ambulanza, forze dell’ordine e l’Atm (dove lavora, per dire che non sarebbe andato perché non stava bene). La scena di fronte alla quale si sono trovati i poliziotti delle volanti, della scientifica e della mobile quando sono entrati nel piccolo appartamento del Garlaschi era agghiacciante. Il povero corpo della ragazza è stato trovato parzialmente infilato in un borsone infilato sotto il divano letto. Evidenti erano i tentativi maldestri di far sparire il cadavere.

LA VITA DURA DI JESSICA

Il provvedimento di fermo per il tranviere 39enne è stato motivato dalla pm in una trentina di pagine nelle quali si ricostruisce la dinamica del delitto secondo la quale, dopo una prima coltellata allo stomaco, la ragazza sarebbe stata colpita con altre al petto. Più di dieci, in totale i colpi inferti. Jessica Valentina, è stato anche ricostruito, era mamma di una bimba di tre anni che le era stata tolta e data in adozione. Dopo essere entrata e uscita da varie comunità, era arrivata a vivere nella casa della coppia, in via Brioschi, perché aveva bisogno di un posto letto e ripagava l’ospitalità sbrigando le faccende domestiche.

opo averla accoltellata per essersi opposta ai suoi approcci - questo, almeno è il movente ipotizzato dagli investigatori - l'uomo ha anche cercato di bruciare il corpo, salvo poi desistere e chiamare ambulanza, forze dell'ordine e l'Atm per dire che non sarebbe andato al lavoro perché non stava bene. La scena di fronte alla quale si sono trovati i poliziotti delle volanti, della scientifica e della mobile quando sono entrati nel microappartamento di Garlaschi era agghiacciante. Il povero corpo è stato trovato per metà infilato in un borsone infilato sotto il divano letto. Evidenti erano i tentativi maldestri di far sparire il cadavere.  Il provvedimento di fermo è stato motivato dalla pm in una trentina di pagine nelle quali si ricostruisce, la dinamica del delitto secondo la quale, dopo una prima coltellata allo stomaco, la ragazza sarebbe stata colpita con altre al petto. Più di dieci, in totale i colpi inferti. La diciannovenne, è stato anche ricostruito, era mamma di una bimba di tre anni che le era stata tolta e data in adozione. Dopo essere entrata e uscita da varie comunità, era arrivata a vivere nella casa della coppia, in via Brioschi, perché aveva bisogno di un posto letto e ripagava l'ospitalità sbrigando le faccende domestiche.
Jessica Valentina Faoro e il tranviere Alessandro Garlaschi

Photo credits: Twitter e dal profilo Facebook “in memoria” di Jessica Valentina Faoro

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