Continuano le indagini sulla morte di Pamela Mastropietro, la 18enne fatta a pezzi e il cui cadavere smembrato è stato riposto in due trolley: gli inquirenti stanno cercando di ricomporre tutti gli spostamenti della ragazza romana. Spunta un terzo uomo nella ricostruzione delle ultime ore di vita di Pamela.
Emergono nuovi retroscena inquietanti nella morte di Pamela Mastropietro, la 18enne romana morta in circostanze ancora da chiarire e poi fatta a pezzi presumibilmente dal pusher Oseghale Innocent, il 29enne nigeriano in stato di fermo nel carcere di Ancona con l’accusa di vilipendio e occultamento di cadavere. Stando alle indagini ancora in via di sviluppo sembra che la ragazza abbia avuto un rapporto sessuale, consumato in fretta in un garage, per racimolare i soldi sufficienti per comprare la dose di eroina. Il tutto sarebbe avvenuto, secondo la ricostruzione degli inquirenti, subito dopo la fuga dalla comunità di recupero Pars, il 29 gennaio scorso.
L’uomo in questione è un 50enne italiano di Mogliano. Con lui, stando quanto sostenuto dallo stesso davanti agli inquirenti, Pamela ha pattuito lo “scambio”. L’uomo, come riporta il Corriere Adriatico, l’ha portata in un garage nella zona Ippodromo, a Corridonia, comune limitrofo, e su di una coperta stesa sul pavimento hanno consumato il rapporto. Dopo il macabro ritrovamento delle due valigie, avvenuto il 31 gennaio, gli inquirenti hanno immediatamente portato il 50enne in caserma a Macerata ma è stato ritenuto estraneo alla morte della povera Pamela. I carabinieri erano risaliti alla sua auto tramite i filmati di alcune telecamere poste lungo il tragitto. I Ris hanno provveduto a sequestrare nel garage la coperta e i mozziconi di sigaretta appartenenti presumibilmente alla giovane per verificare la versione dell’uomo.
Il 50enne italiano è quindi diventato uno degli ultimi testimoni chiave dell’inchiesta e agli inquirenti ha subito ammesso quanto accaduto. L’uomo ha parlato del rapporto sessuale consumato per 50 euro, dichiarando di essere stato con Pamela Mastropietro fino alle ore 18 circa. “Poi l’ho accompagnata alla stazione di Piediripa e non l’ho più vista“, ha spiegato agli inquirenti. Da questo punto fino al mattino seguente, come riporta il Corriere Adriatrico, vi è un vuoto che chi indaga sta cercando di risolvere. Pamela è stata vista soltanto il mattino seguente, verso le ore 9.30, alla stazione ferroviaria. Qui la ragazza ha chiesto ad un tassista di accompagnarla ai giardini Diaz, noti come punto di spaccio: una corsa costata 7 euro. Proprio in quel parco ha incontrato Innocent Oseghale ed è lì che lei gli ha chiesto dell’eroina, ma lui ha sostenuto di avere solo hashish. Da qui insieme si sono spostati vicino allo stadio dei Pini, dove c’è un pusher suo connazionale (indagato al momento per spaccio) che le vende 30 euro di eroina. Verso le 11 le telecamere di una farmacia riprendono Pamela mentre compra una siringa. Il tassista, che si trovava lì per caso, vede la ragazza insieme a Oseghale mentre camminano verso la casa di quest’ultimo. La sua segnalazione al 112, dopo aver appreso della tragedia, si è rivelata decisiva.
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