Il corpo di Pamela Mastropietro è stato “deturpato completamente”, “smembrato in vari pezzi con grossi strumenti da taglio”, “mutilato” in più punti: testa, torace, seni, bacino, pube, mani, riducendo in due parti braccia e gambe. Lo scrivono i giornalisti del Tempo, quotidiano romano, in un articolo che è apparso anche online sul sito Dagospia. Ci si riferisce a quanto emerge dall’ordinanza del Gip Giovanni Manzoni.
LE PARTI DEL CORPO LAVATE
I vari pezzi del cadavere della 18enne barbaramente massacrata a Macerata lo scorso 3 febbraio, dopo essere stati completamente dissanguati e lavati con “sostanza a base di cloro”, sono stati infilati in due valige. Secondo l’accusa sostenuta dal pm Stefania Ciccioli della Procura di Macerata, guidata da Giovanni Giorgio, sarebbe il pusher nigeriano di 29 anni Innocent Oseghale, in concorso con un altro suo connazionale, l’autore di questa atrocità.
COME È MORTA LA RAGAZZA?
Tuttavia il principale sospettato, Oseghale, si trova in carcere ad Ancona ma non è imputato di omicidio per il momento: si è visto confermare la custodia cautelare dal Gip con l’accusa di vilipendio e occultamento di cadavere. E il nome del secondo indagato non è ancora stato reso noto per tutelare le indagini. Chi ha ucciso Pamela? E soprattutto: come è morta la ragazza? Tutto resta ancora da chiarire anche perché, secondo la versione del nigeriano 29enne in carcere, la 18enne romana sarebbe morta a causa di un’overdose di droga e lui, preso dal terrore, sarebbe scappato via. Una versione di parte, tutta da verificare, naturalmente.
MANCANO PARTI MUTILATE
Resta il fatto che Pamela, dopo la morte, è stata devastata nel suo corpo di adolescente. Un’operazione da chirurgo dell’orrore che si è spinta fino al punto di asportare organi e porzioni di tessuti, e che lascia ancora aperti tanti interrogativi. Il collo della vittima non è stato ritrovato nei due trolley, così come pare manchino all’appello – sempre secondo quanto scrive Il Tempo – anche parte degli organi genitali.
CHE FINE AVEVA QUESTO ORRORE?
“Le offese inferte al corpo della ragazza (depezzamento, scarnificazione, sezionamento di parti di derma e muscolatura e seni) appaiono finalizzate – spiega l’ordinanza di convalida del fermo del 29enne nigeriano – al suo successivo occultamento e non alla distruzione dello stesso, dato che era evidente che i resti del cadavere, abbandonati lungo una strada in due valige e in prossimità di un’abitazione, sarebbero stati prima o poi rinvenuti”.
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