Nel corso della nuova udienza per il processo contro Matteo Cagnoni, accusato del brutale omicidio della moglie Giulia Ballestri, in aula è stato ricostruito il comportamento tenuto dall’imputato nelle ore successive la morte della moglie. A sconvolgere gli inquirenti è stata in particolare le rivelazioni della madre dell’imputato.
Nella giornata di ieri, 26 gennaio 2018, si è tornati in aula per l’undicesima udienza del processo di primo grado contro il famoso dermatologo dei vip Matteo Cagnoni, accusato di aver massacrato a bastonate la moglie Giulia Ballestri il 16 settembre 2016. I due si stavano separando e, per l’accusa, il movente del delitto è da ricercare proprio nel fallimento del loro matrimonio. La donna è stata brutalemnte uccisa ed il suo corpo, privo di vita, è stato ritrovato nello scantinato della villa della famiglia di Cagnoni, in centro a Ravenna. Nell’aula della Corte d’Assise di Ravenna sono stati ascoltati numerosi testimoni tra cui, come riportato Ravenna Notizie, il titolare, il macellaio e la cassiera del negozio di generi alimentari e gastronomia. La loro testimonianza è servita per fare chiarezza sull’ipotesi che nella tarda mattinata del 16 settembre Giulia Ballestri fosse ancora viva. In aula però tutti hanno confermato di aver visto per l’ultima volta la vittima giovedì 15 settembre 2016.
Successivamente si è parlato di uno dei nodi cruciali del processo: la fuga e il fermo di Matteo Cagnoni. La sera di domenica 18 settembre 2016, la dottoressa Ghizzoni, funzionario di turno, si è occupa della scomparsa di una donna a Ravenna. Si tratta di Giulia Ballestri e il suo cadavere non è ancora stato trovato. Iniziano la perquisizione nella casa dei genitori del marito a Firenze. Insieme al Sovrintendente Capo Jonathan Sbaragli e all’Assistente Capo Antonio Lei, si reca, come riportato da Ravenna Notizie, in via Bolognese. I tre poliziotti si fermano con l’auto nella piazzola di un distributore di benzina nei pressi della villa in attesa degli altri colleghi: l’Ispettore Antonino Ingretolli, l’ispettore Marco Vitali e l’Assistente Giancarlo Cotardo. Nel mentre vedono arrivare una Mercedes condotta da Mario Cagnoni. Quando la squadra in borghese è al completo inizia la perquisizione: alle 00.40 viene perlustrato il giardino della villa; alle 00.48 al cellulare del Sovrintendente Capo Sbaragli arriva un sms dai colleghi di Ravenna che recita: “Trovato il cadavere“. Il poliziotto avverte con discrezione la dottoressa Ghizzoni e i colleghi, senza farsi sentire da Mario Cagnoni.
A Mario Cagnoni e alla moglie Vanna Costa viene chiesto dove si trovi il figlio Matteo, entrambi però rispondono in modo vago e contraddittorio. Ad un certo punto la dottoressa Ghizzoni apre una porta nella cui stanza dormono i tre figli di Giulia Ballestri e Matteo Cagnoni. A quel punto la madre di quest’ultimo rivela un particolare scioccante: “Sono qui da soli perché la loro mamma è morta due, tre giorni fa, ma non l’hanno ancora detto. È stata uccisa da un albanese, durante una rapina in una villa a Ravenna di proprietà del nonno”. Da quel momento inizia la caccia a Matteo Cagnoni il quale, visionando i video della telecamera di sorveglianza, è saltato dalla finestra della villa di Firenze. Nell’abitazione viene sequestrata la giacca grigia dell’imputato, nella quale vengono trovati 1.300 euro e il passaporto dell’uomo. Sul letto di Cagnoni, come riporta Ravenna Notizie, vi sono anche i passaporti di due dei tre figli e sempre nella villa di Firenze viene sequestrato un paio di jeans dove sarà trovata la scheggia di corteccia sporca di sangue di Giulia proveniente, presumibilmente, dal bastone utilizzato per colpire la donna in una prima fase dell’aggressione. Matteo Cagnoni, come riportato da Ravenna Notizie, per giustificare la sua fuga nell’ultima dichiarazione spontanea ha dichiarato di essersi trovato di fronte ad un commando armato, per questo si sarebbe spaventato e dato alla fuga dalla villa.
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